Riaprire i Navigli: il progetto

Riaprire i Navigli: il progetto promosso dall’Associazione

La Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano ha condotto, dal 2008 al 2010, degli studi relativi alla possibilità di riaprire i Navigli. L’architetto e professore Roberto Biscardini, presidente dell’associazione “Riaprire i Navigli”, e l’architetto Andrea Cassone hanno riportato questi studi nella pubblicazione “Riaprire i Navigli si può” del 2012.

Il progetto si pone l’obiettivo di riaprire i Navigli a Milano, ripristinando l’antica connessione tra il Naviglio della Martesana da Cassina de’ Pom, nel punto in cui il Naviglio oggi si infossa sotto via Melchiorre Gioia, fino alla Darsena di Porta Ticinese.

Esso prevede la realizzazione di un nuovo canale, lungo via Melchiorre Gioia e lungo la “fossa interna”, di otto chilometri, da realizzare prevalentemente all’interno del vecchio alveo, per garantire il ripristino della continuità idraulica della rete e dei Navigli lombardi.

L’Associazione “Riaprire i Navigli”, depositaria di questo progetto, ha avviato gli studi per la definizione di linee guida preliminari alla realizzazione dell’opera, comprendenti la definizione delle strategie, dei futuri assetti urbanistici e d’uso della città, delle potenziali trasformazioni economiche indotte, della redditività economica e finanziabilità dell’opera, nonché dei costi, dei tempi di realizzazione, delle procedure attuative e delle forme di gestione dell’opera.

Questo progetto, presentato anche in diverse occasioni e convegni, ha portato alla creazione di un referendum propositivo riguardo la riapertura del sistema dei Navigli, tenutosi il 12 e 13 giugno 2011, dove hanno risposto 489.727 cittadini, pari al 49,09% dei milanesi e al 94,32% dei votanti

Viene di seguito riportata la sintesi del progetto redatta dall’ Associazione Riaprire i Navigli (l’articolo originale e completo si può trovare a questo link: http://www.riaprireinavigli.it/articoli-riaprire-i-navigli-sintesi-del-progetto-12.html)

Sintesi del progetto

Dopo decenni in cui si parla di riqualificazione dei Navigli esistenti, questo progetto, frutto di alcuni studi elaborati al Politecnico di Milano tra il 2008 e il 2010, propone la riapertura totale dei Navigli che furono interrati tra il 1929 e i primi anni ’60, quando cambiò il volto della città storica (per maggiori informazioni sulla copertura dei navigli cliccare qui).

Questi studi preliminari hanno dimostrato che il progetto di riapertura della “fossa interna” è fattibile dal punto di vista architettonico e ingegneristico, ed è funzionale all’obbiettivo della riqualificazione ambientale della città, della riorganizzazione del sistema dei trasporti e della mobilità urbana, per restituire a Milano il valore tradizionale di “città d’acqua”.

Un progetto paesaggistico, ambientale e urbanistico, oltre che idraulico

La realizzazione di questo progetto, di grande valore paesaggistico e ambientale, capace di restituire fascino all’intera città, ripristina il grande sistema idroviario milanese e lombardo, restituendo a questo sistema la funzione di trasporto, soprattutto di tipo turistico, dal Lago Maggiore e dal Lago di Como al Po verso Venezia e l’Adriatico.

La riapertura dei Navigli, rappresenta per Milano il segno di una nuova strategia urbanistica, ambientale ed economica. Sarà una straordinaria occasione per riqualificare la città lungo il percorso dei navigli coperti e nelle molte aree adiacenti, nel soprasuolo e nel sottosuolo. Una straordinaria opportunità di investimento nella qualità, per la realizzazione di nuove attività e di nuove funzioni.

I Navigli saranno fonte di nuova attrattività internazionale, che contribuirà al rafforzamento dell’economia del tempo libero e della cultura, e sarà occasione di valorizzazione del patrimonio edilizio esistente.

E’ utile ricordare che questo progetto non promuove un’impossibile “ricostruzione” filologica ed antiquaria degli storici navigli, bensì la “costruzione” di un nuovo paesaggio e nuove opportunità di sviluppo per la città, basati sulla sua storica struttura idroviaria.

Il fondamento del progetto è un visione nuova della città, proiettata verso il futuro in nome di una nuova domanda ambientale e di una concezione della modernità diversa. Una visione non effimera, non nostalgica, che non propone un progetto anacronistico, ma che promuove un nuovo modo di vivere la città, in cui i milanesi si riconoscano: nuovo sviluppo, nuove opportunità, nuova qualità.

Infatti, nessuno vuole ricostruire la Milano Ottocentesca dei Navigli, bensì “costruire un nuovo paesaggio” per Milano e nuove opportunità di sviluppo per la città e per la Lombardia.

Il recupero della storia e dell’identità di Milano città d’acqua

Oltre alla definizione degli interventi del progetto, bisogna recuperare la storia e la condivisione delle radici dell’identità culturale lombarda. Il progetto intende avviare quindi un processo di riappropriazione della storia della Milano città d’acqua.

Poichè è la conoscenza della storia della città ciò che rende possibile trasformarla consapevolmente, la riapertura dei Navigli è anche la premessa per ogni futuro e cosciente intervento nel cuore della città e non solo.

La riscoperta della civiltà lombarda dell’acqua

La presenza dell’acqua, come caratteristica unificante delle trasformazioni economiche del territorio e delle attività lavorative che sull’acqua e con l’acqua sono cresciuti e si sono sviluppati, ha consentito di configurare una civiltà lombarda dell’acqua, forse oggi dimenticata, ma da riscoprire e attualizzare.

Una civiltà, con una sua lunga storia, che si è espressa in quadri, fotografie, poesie e canzoni e soprattutto in usi e costumi ininterrottamente tramandati dalla nascita della città ai primi insediamenti, fino a ben oltre il XX secolo.

Il progetto è anche un’ideale premessa alla riattivazione e al recupero della memoria di tale civiltà. Un’indagine attiva e una ricerca delle radici dell’identità culturale lombarda, al fine di una sua sempre più ampia condivisione

Angelo-Inganni, Veduta-del naviglio di San Marco dalla terrazza di Ca Medici 1937. Olio su tela collezione privata

Caratteristiche del progetto

Il progetto prevede la realizzazione del canale di circa 8 chilometri e mezzo, con 25 ponti, dalla Cassina de Pom, là dove il Naviglio Martesana si infossa sotto via Melchiorre Gioia, fino alla Darsena, percorrendo quindi tutta Via Melchiorre Gioia, poi via San Marco e quindi la cerchia interna e poi la conca di Viarenna.

I Navigli saranno riaperti seguendo il senso dell’acqua, che entra in Milano provenendo dall’Adda e dall’attuale Naviglio Martesana.

Il tracciato dei Navigli con i 25 ponti

La suddivisone in 3 tratti

Il primo tratto, rappresentato dalla riapertura del Naviglio Martesana che scorre sotto via Melchiorre Gioia verso via San Marco e via Pontaccio, rappresenta una grande opportunità di riqualificazione della città sia nelle aree di più recente trasformazione, sia in quelle dove sono ancora evidenti i segni dei preesistenti Navigli, come in via San Marco a valle e a monte della Conca dell’Incoronata.

Via Melchiorre Gioia alle Cucine Economiche, prima della Conca dell’incoronata

L’attuale Cerchia interna dei Navigli potrà essere riservata al traffico dei soli residenti e al passaggio dei mezzi pubblici e di soccorso di superficie. Il traffico automobilistico della Cerchia può essere facilmente trasferito sulla Cerchia dei Bastioni delle Mura Spagnole, come peraltro già progettato e verificato dal Comune di Milano in sede di pianificazione del traffico negli anni 2003-2006 e in ottica di una futura pedonalizzazione del centro città entro il 2030.

Lungo le vie Francesco Sforza, Santa Sofia e De Amicis il Naviglio, correrà sopra la nuova Linea M4 del metrò e sovrappasserà senza problemi le Linee M1 e M3.

Cerchia interna in via Senato, 1920

Una parte fondamentale del progetto prevede la progettazione del tratto di via Conca del Naviglio, dove è presente ciò che rimane della Conca di Viarenna.  La riapertura solleciterà la formazione di nuove zone pedonali che, integrate alle esistenti, comporranno la trama di reti di mobilità alternative all’automobile.

Il servizio di trasporto turistico che si effettuerà con battello lungo i Navigli rappresenterà un’integrazione dell’offerta di mobilità.

(Per maggiori informazioni riguardo il percorso clicca qui)

Conca di Viarenna

I vantaggi economici

Il Naviglio sarà fonte di attività economicamente produttive nel settore turistico, nel settore energetico e in altre attività di carattere economico.
La nuova rete dei canali non sarà solo un sistema paesaggistico che trasformerà il paesaggio e la qualità della vita urbana, ma anche un complesso manufatto tecnologico che assolverà a numerose utilità collettive, sui versanti:

  • energetico: con l’utilizzo del corso d’acqua per la produzione di energia (microturbine, pompe di calore, ecc.)
  • idraulico: razionalizzando l’assetto idraulico e l’utilizzo dell’acqua nell’area milanese;
  • informatico: con la realizzazione di condotti per fibre ottiche ed altre infrastrutture per l’informazione e la comunicazione;
  • termico: con lo sviluppo del teleriscaldamento;
  • utilizzazione del sottosuolo: creazione di parcheggi, gestione dei sistemi di rifornimento e stoccaggio delle merci, asporto rifiuti e materiali di scarto, altre gallerie tecnologiche.

La realizzazione della nuova rete dei Navigli darà luogo a nuove attività economiche derivanti da:

  • gestione delle risorse idriche,
  • gestione del tempo libero, della ristorazione e della ricettività,
  • gestione di nuove attività culturali e turistiche,
  • valorizzazione degli immobili lungo i Navigli con aumento delle possibilità di riqualificazione e recupero,
  • nuove potenziali attività immobiliari anche con nuove funzioni a servizi.

Indagine costi-benefici economici

Questi i dati salienti della ricerca voluta dall’Associazione Riaprire i Navigli, finanziata dalla Fondazione Cariplo nell’ambito dei Progetti Territoriali.

L’indagine dei costi-benefici dell’opera prende in considerazione un orizzonte temporale di 30 anni: 4 anni per la realizzazione del progetto e 26 anni di gestione. Tra i benefici si contano un aumento del valore immobiliare del 20 per cento, come dimostrato in altre metropoli del mondo che hanno realizzato canali e “come avvalorato dall’indagine tra gli agenti immobiliari di Milano con benefici pari a 626,2 milioni di euro” più altri benefici di gestione e di natura idraulica dell’opera .

In sostanza si parla di benefici pari a 700,8 milioni di euro con un saldo economico complessivo massimo pari a 433 milioni di euro.

“Riaprire i Navigli, infatti, non è un costo, ma un investimento pubblico e sociale per la città e la regione tutta. Un’opera che produrrà in molti settori guadagni molto superiori al doppio del costo dell’investimento” – Roberto Biscardini.

Benefici per i cittadini

Creazione pista ciclo-pedonale

La riapertura dei Navigli consentirà di ripristinare il collegamento via acqua dall’Adda al Ticino. Una infrastruttura di circa 70 Km, in un paesaggio di rara bellezza, lungo la quale si potrà sviluppare una pista ciclabile tra le più estese d’Europa con tutte le attività di supporto e ricettività.

Il centro pedonale

Secondo il professor Goggi, docente di mobilità, per quanto riguarda il problema del traffico, afferma che non ci sarebbero problemi, in quanto l’accessibilità al centro sarebbe garantita dai mezzi pubblici come la metropolitana 4 in costruzione. Inoltre l’area cittadina da qui al 2030 è destinata a essere chiusa al traffico automobilistico e diventare pedonale.

Acqua pulita e costante

Stefano Sibilla, esperto di idraulica, ha poi spiegato che la portata di acqua costante sarebbe garantita dalla Martesana, dove attualmente scorrono 3 metri cubi al secondo. L’aspetto igienico invece sarebbe garantito dal ricambio dall’acqua pulita e dal fatto che non si scaricherebbe più nel Naviglio come invece si faceva un secolo fa.

Il Seveso trarrebbe beneficio dal fatto di essere diviso e anche la roggia Vettabbia riavrebbe la giusta dose d’acqua che le è stata tolta con l’interramento.

Insomma, tutto il sistema delle acque cittadine ne gioverebbe.

I lavori: a che punto siamo?

2017

IL 22 febbraio 2017 a Palazzo Marino il Sindaco Sala ha dato l’avvio ai lavori del “Comitato Scientifico con funzione consultiva, quale organismo di supporto all’Assessore alla Mobilità e Ambiente, all’Urbanistica Verde e Agricoltura e ai Lavori Pubblici e Casa, per coordinare le attività di analisi e di progetto necessarie ad avviare attività più specifiche finalizzate a definire le attività propedeutiche, la programmazione e realizzazione delle fasi di lavoro e delle opere, nonché a seguire lo sviluppo della progettazione preliminare della connessione idraulica necessaria per consentire l’attuazione del progetto generale di riapertura dei navigli milanesi per fasi temporali successive”.

Il Comitato Scientifico è coordinato dal Prof. Antonello Boatti del Politecnico di Milano ed è composto dai seguenti membri: Ing. Manuela Antonelli, Ing. Marco Broglia, Ing. Maurizio Brown, Arch. Andrea Cassone, Prof. Ing. Claudio Gandolfi, Prof. Arch. Giorgio Goggi, Arch. Marco Prusicki, Prof. Renzo Rosso, Dott. Guido Rosti, Prof.ssa Laura Scesi, Prof. Stefano Sibilla.

2018

Nuova redazione DOSSIER DI PROGETTO (24 luglio 2018), in cui ipotizza la riapertura in tratti (definite in modo dispregiativo “vasche”), una volta ristabilita tale continuità, le acque potranno essere ricondotte in superficie in cinque tratti ritenuti più idonei ad ospitare il Naviglio scoperto fino a giungere in futuro all’eventuale completa riapertura del canale navigabile.

In questa prima fase sono stati quindi individuati 5 tratti da riaprire immediatamente dopo aver completato l’opera di riconnessione idraulica:

  • TRATTO A: Riapertura del canale in Via Melchiorre Gioia da Cassina dè Pomm a Via Carissimi

Il tratto sarà di lunghezza complessiva di circa 850 m. Tra Cassina de’ Pomm a via Cagliero,
il Naviglio – di larghezza media di circa 7 m – presenta la quota dell’acqua a 70 cm dal livello
della strada.

  • TRATTO B: Riapertura del Canale in corrispondenza della Conca dell’Incoronata da Viale monte Grappa a Via Castelfidardo.

La larghezza del Naviglio sarà in media di 7 m, la minima altezza d’acqua è prevista a 1,3 m e la profondità dell’acqua rispetto al livello della strada è variabile tra 1,80 m e 2,90 m

  • TRATTO C: Riapertura del canale in corrispondenza della Università Statale e del Policlinico, in Via Francesco Sforza da Via Laghetto a Corso di Porta Romana

Il tratto di Naviglio – di lunghezza pari a 410 m – avrà una larghezza compresa tra 6 m e 7 m e l’acqua scorrerà a 2,60 m al di sotto del livello della strada

  • TRATTO D: Riapertura del Canale in corrispondenza di Piazza Vetra e della Basilica di San Lorenzo Maggiore, in Via Molino delle Armi da Via Vettabbia a Corso di Porta Ticinese

Il tratto di Naviglio – pari a 300 m – avrà una larghezza di 5,50 m che andranno progressivamente aumentando fino ad un massimo di 11 m: l’acqua scorrerà a una quota variabile tra 1,90 m e 3 m dal livello della strada.

  • TRATTO E: Riapertura del Canale in corrispondenza della Conca di Viarenna da via Marco d’Oggiono alla Darsena

Il progetto in questo tratto, pari a 260 m, presenta una larghezza variabile del Naviglio tra 6,50 m e i 13 m, con l’acqua che scorre ad una quota posta a 2,50 m dal livello della strada. Si prevede la rimessa in funzione della Conca storica, la realizzazione di un laghetto e la creazione di un nuovo alveo per la connessione alla Darsena.

Pianificazione dell’iter progettuale e cronoprogramma dei lavori

Nel 2018, il Dossier di Progetto redatto dagli esperti del Comune di Milano, stimava “la durata complessiva delle attività intorno a 2.400 giorni naturali consecutivi di cui 895 per attività di carattere tecnico ed amministrativo e 1.505 per la realizzazione delle opere.” “Le opere di realizzazione prevedono l’avvio dei lavori nel tratto di Via Melchiorre Gioia (durata prevista 1.905 giorni) ed in quelli per la connessione idraulica con tubazione sotterranea (durata lavori 1.145 giorni). ” “A seguire, dopo circa 7 mesi, partiranno i lavori nei tratti di Via Francesco Sforza (durata 1.295 giorni) e Via Molino delle Armi (durata 1.210 giorni), dove è stata prevista un’ottimizzazione dei tempi di esecuzione per permettere la continuità delle attività di cantiere nell’ambito dei lavori di realizzazione della nuova Linea 4 della metropolitana.” “Dopo ulteriori 5 mesi inizieranno i lavori in Conca di Viarenna (durata prevista 730 giorni), mentre gli ultimi a partire saranno i lavori in Conca dell’Incoronata (550 giorni).”

Tuttavia nessun cantiere è mai iniziato…

2019

Inserimento della Riapertura integrale dei Navigli all’interno del PGT Comunale

Sindaco Giuseppe Sala: “Io sono molto innamorato dell’idea di riaprire i Navigli, ma oggi non ritengo saggio farlo perché ci sono altre questioni aperte sulla città”, ritenendo prioritarie le periferie o altri interventi di regolazione delle acque.

Anche quest’anno nessuno sviluppo sul fronte della riapertura…

2020

Dopo mesi di calma piatta dovuti allo scoppio della pandemia COVID-19, nel mese di Ottobre sono stati chiesti i fondi del Recovery Fund per riqualificare il sistema dei Navigli lombardi (coperti e scoperti).

  • Fonte:
  • Riaprire i Navigli, 20 marzo 2013, Milano http://www.riaprireinavigli.it/news-riaprie-i-navigli-a-milano-sintesi-del-progetto-52.html
  • Riaprire i Navigli, Per una nuova Milano: visione, strategie , criteri. A cura dell’Ass. Riaprire i Navigli, 2015.
  • Urbanfile. http://blog.urbanfile.org/2015/06/10/zona-centro-storico-la-riapertura-dei-navigli-si-puo-fare/
  • Navigli live24 http://navigli24.it/riaprire-navigli-di-milano-studio-fattibilita-politecnico-boatti
  • https://www.ilgiornale.it/news/milano/riapertura-dei-navigli-pu-fruttare-433-milioni-1608820.html
  • https://progettonavigli.comune.milano.it/

Consiglio la lettura di  questo libro

error: Content is protected !!