La Conca dell’Incoronata in via San Marco: storia e decadimento
E’ da qualche settimana che gira in rete una fotografia che ritrae la conca dell’incoronata con l’acqua del Naviglio di San Marco al suo interno: si tratta di una fotografia scattata durante le riprese del film “Una storia milanese” del 1962, del regista Eriprando Visconti. con la bellissima attrice Danièle Gaubert.

Ma prima di svelare il “mistero” dell’acqua, andiamo con ordine.
La Conca dell’Incoronata
La Conca dell’Incoronata, o Conca delle Gabelle, è un’antica conca di navigazione situata a Milano in via San Marco, che serviva per superare agevolmente il dislivello tra il Naviglio della Martesana e la Cerchia dei Navigli.
Questo manufatto rappresenta oggi l’unico resto del Naviglio della Martesana all’interno della cerchia delle mura spagnole di Milano.
La conca prende il nome dalla vicina Chiesa di Santa Maria Incoronata, situata all’interno dei bastioni, e dal Ponte delle Gabelle ivi situato, chiamato così poiché rappresentava il primo varco di ingresso fluviale verso Milano e, in quanto tale, le chiatte che lo oltrepassavano dovevano pagare un dazio (chiamato anche “gabella“) sulle merci trasportate.
Poco lontano da qui vi era una piccola cappella che conservava un quadro del Seicento raffigurante la Madonna del Rosario, detta anche “Madonna di Sfrosadòr”. Questa pare fosse venerata soprattutto dai contrabbandieri che tentavano di entrare in città senza pagare il dazio.
Smise di funzionare nel 1935, quando il fascismo decise di continuare il progetto di copertura dei Navigli a Milano, intrapreso durante gli anni Venti dal Fascismo, coprendo il Naviglio di San Marco, da via Castelfidardo fino all’imbocco di via San Marco con via Fatebenfratelli.

Quando venne tolta l’acqua dalla conca dell’Incoronata?
Durante la fine degli anni 60′, iniziò la copertura del Naviglio della Martesana lungo via Melchiorre Gioia, dalla Cassina de Pomm.
Fino al 1970, la parte di acqua che attraversava la conca dell’Incoronata (una parte della portata e le piene del Seveso venivano già scaricate nel cavo Redefossi) percorreva il Naviglio di via San Marco e la Fossa Interna, ancora funzionanti benché coperti, e si scaricava nella Roggia Vettabbia, lo scaricatore della fossa interna (in via Vettabbia).

Nel corso del 1969, la Fossa Interna e il Naviglio di via San Marco vennero interrati a causa delle precarie condizioni della soletta di copertura del canale che rischiava di crollare, compromettendo quindi la stabilità della sede stradale soprastante: con questo intervento veniva completamente interrotto il collegamento idraulico tra il Naviglio Martesana, il Seveso e la Vettabbia.
Le acque del Martesana, miste a quelle del Seveso, vennero pertanto deviate definitivamente nel cavo Redefossi presso i Bastioni di Porta Nuova.
Il Redefossi percorre la cerchia dei Bastioni fino a Porta Romana; da qui imbocca Corso Lodi fino a Rogoredo, per poi proseguire lungo il tracciato della via Emilia fino a Melegnano dove si immette nel Lambro Settentrionale.
Ecco svelato il “mistero” del perchè vi è ancora l’acqua all’interno della conca nel 1962, nonostante il Naviglio di San Marco sia stato coperto nel 1935 durante il fascismo.
Si ringrazia per questo articolo Maurizio Brown. Per approfondire il discorso “rete idrica dei Navigli” e copertura clicca qui .