Perchè le “Alzaie” si chiamano così

Da dove deriva la parola “alzaia” e perché le strade che affiancano i Navigli si chiamano così?

Quante volte ti sarà capitato di passeggiare fianco a fianco del Naviglio Grande a Milano, tra negozietti e ristoranti, sull’Alzaia del Naviglio Grande, oppure andare in bicicletta sulle piste ciclo-pedonali che costeggiano il Naviglio Pavese o il Naviglio Martesana, realizzate lungo “l’Alzaia del Naviglio Pavese” e l “l’Alzaia del Naviglio Martesana” e così via per tutte le piste ciclopedonali dei Navigli milanesi.

Pieno di curiosità, ti sarai fatto un po’ di domande, come: “Perché si chiamano tutte “Alzaia“?” “Cos’erano queste alzaie e a cosa servivano?“, “Perché ogni naviglio ne ha una?!”

Il Naviglio Pavese a Rozzano e l’alzaia ciclo pedonale

Bhè, se vuoi conoscere la risposta a tutte le tue domande, continua a leggere…

Alzaia: storia e significato

Le Alzaie sono delle strade molto importanti che fiancheggiano tutti i 5 navigli milanesi e venivano utilizzate per trainare le imbarcazioni controcorrente lungo i vari Navigli, con l’utilizzo di cavalli, asini, buoni ed altri animali da tiro.

Un tempo, queste strada laterali erano chiamate anche comunemente “strade anzane

Ma cos’era l’alzaia?

L’alzaia era proprio la fune che si usava per trainare le imbarcazioni: un’estremità veniva legata alla barca, l’altra all’animale da tiro (spesso cavalli) che venivano molte volte trasportati in barca durante la discesa sul canale.

Il cavallo da tiro trasportato sul Barchett de Boffalora per utilizzarlo in seguito per trainare la barca controcorrente

Il traino era certamente molto faticoso per questi animali, tant’è che spesso venivano chiamati i “cavalli dell’apocalisse”, in quanto ricordavano il cavallo scheletrico del cavaliere della morte, raffigurato nel celebre quadro di Victor Vasnetsov nel 1887.

Tuttavia, dagli anni ’30 del ‘900, ai cavalli si sono sostituiti i trattori: pensa che per trainare fino alle cave una carovana di 5 barche bastava un solo trattore.

Barcone trinato contro corrente lungo l’alzaia presso il ponte di via Valenza, Milano 1930 circa

Etimologia

Il nome ALZAIA infatti deriva dal latino helciarius  e significa «chi tira la barca» (da helcium «giogo per tirare», tratto dal gr. ἕλκω «tirare»).

«Alzaia significa anche “alzata”, infatti, nella maggior parte dei casi, costituisce una delle due sponde del naviglio che seguiva il dislivello fra due piani di campagna. Si sfruttava quindi questo dislivello evitando di scavare il fossato, infatti, moltissime volte, il piano di campagna dal lato dell’alzaia è circa 2 metri più basso.» – Silvio Zavan.

Traino del “Barchett de Boffalora” lungo l’alzaia del Naviglio Grande

Davide Bertolotti, nel libro “Peregrinazioni”, scrive che l’Alzaia è:

Strada del cavalli che tiran le barche: Alzaja, è quella fune ch” è attaccata all’albero del navicelli, e serve a condurli pe” fiumi contrº acqua. I Francesi chiamano questa specie di stradelle Chemins de halage.

Tratto da “Sulla Navigazione interna del Milanese. Memorie e dettagli descrittivi dell’ ingegnere Carlo Parea, ispettore generale d’ acque e strade. Milano, 1821.”

I Navigli come idrovie commerciali

Avrai sicuramente già letto da qualche parte dell’importanza commerciale di questi canali durante il medioevo e fino agli anni del secondo dopoguerra, quando la Darsena era il 3° porto commerciale d’Italia per tonnellaggio merci.

Il trasporto fluviale era infatti più sicuro (in questo modo si evitava di incorrere in briganti e malviventi) e più efficace rispetto al trasporto via terra, per via dell’enorme quantità di merci che le chiatte potevano trasportare.

Ti ricorderai infatti che lungo il Naviglio Grande e la Cerchia Interna sono stati trasportati i marmi necessari per il Duomo di Milano.

I barconi infatti potevano trasportare circa 200 tonnellate l’uno, quasi quanto circa 5 autotreni.

Tuttavia, se il viaggio costava relativamente poco, le spese di manutenzione delle sponde e dell’intero sistema divennero insostenibili e con l’arrivo dei TIR, fu preferito il trasporto su gomma.

Solco lasciato dalle funi sul granito del corrimano sul Naviglio Grande, prima del Ponte dello Scodellino

L’ultimo barcone, il “6L-6043”, attraccò in darsena il 31 marzo del 1979 alle ore 14:00, da allora si assisterà ad un lento decadimento del sistema Navigli, che durerà fino all’inizio degli anni 2000.

Le alzaie, quindi, ebbero sin dall’inizio un carattere pubblico per cui appartennero allo Stato di Milano, poi al Reale Genio Civile, alle Regioni (1970) e, oggi, sono in carico all Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi, che gestisce anche le acque dei Navigli milanesi (ma non i fondali).

Curiosità sulle Alzaie

Cambiamento architettonico

Se osserverai le alzaie con occhio attento, noterai subito che gli edifici che si trovano su questo lato del naviglio sono più antichi e molto spesso sono ormai ruderi o vecchie cascine che affacciano sulla campagna circostante.

Questo perché l’alzaia era appunto la strada di servizio, dove erano posti i vari magazzini addetti al carico e scarico delle merci; la città infatti si sviluppava lungo la sponda opposta, detta “Ripa” (ovvero riva).

Destra e sinistra orografica

Per individuare la destra e la sinistra orografica, si dà le spalle alla direzione dalla quale proviene il flusso dell’acqua (per esempio la sorgente o l’incile).

Di conseguenza, la destra orografica sarà quindi la parte alla tua destra, mentre l’altra parte sarà la sinistra orografica.

L’alzaia sul Naviglio di Bereguardo

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