I Navigli scomparsi: scopri come era Milano quando era una “Città d’acque”
In questa pagina potrai scoprire come era Milano quando i Navigli non erano ancora stati coperti.
Puoi utilizzare la mappa sottostante oppure scorrere le foto della pagina all’interno del percorso fotografico
Il percorso fotografico
Bellissimi raffronti fotografici con fotografia del passato e del presente dei nostri Navigli milanesi
L’ordine segue l’arrivo dei barconi che scendevano il Naviglio Grande o risalivano il Naviglio Pavese, entravano in Darsena e, tramite la Conca di Viarenna, entravano nella Cerchia Interna e giungevano al Laghetto di Santo Stefano (chiuso nel 1857).
Un altro percorso, invece, era quello che compivano i barconi che risalivano la Cerchia interna per tornare verso l’Adda: entravano quindi nel Naviglio di San Marco, poi nel Naviglio Martesana, tramite la Conca delle Gabelle e successivamente, dopo quasi 40 km, arrivavano sull’Adda.
Incile del Naviglio Pavese dal “Ponte del Trofeo”
Il “Ponte del Trofeo”, o “Ponte del Trionfo”, indica il primo ponte del Naviglio Pavese, situato lungo viale Gorizia, e prende il nome dalla presenza di un “trofeo” posto al di sopra, ovvero un monumento eretto per celebrare l’inaugurazione del completamento del primo tratto dei lavori sul Naviglio Pavese (fino alla Conca Fallata) e tramandare così la memoria della grandiosa cerimonia.
La Darsena
La Darsena, fino alla metà del secolo scorso, era lo snodo più importante per il traffico fluviale commerciale della Lombardia; veniva utilizzata come porto cittadino per le imbarcazioni che navigavano lungo i Navigli milanesi. Infatti, nel 1953 la Darsena era il tredicesimo porto italiano per ricevimento merci ed il terzo per tonnellaggio.
Naviglio Grande dal Ponte dello Scodellino
Il ponte dello “scodellino” o della “scodellina” è il prolungamento di Viale Gorizia verso piazza XXIV Maggio, nel punto in cui il Naviglio Grande si immette nella Darsena di Milano.
Naviglio Grande pontile Milano
La Conca di Viarenna
La Conca di Viarenna, in via Conca del Naviglio a Milano, è una conca di navigazione, ora inutilizzata, costruita dalla Veneranda Fabbrica del Duomo tra il 1551 e il 1558 in sostituzione della precedente conca realizzata nel 1438 e demolita per far posto ai Bastioni delle mura spagnole .
Il Ponte degli Olocati in via Conca all’ incrocio con via de Amicis (Naviglio Vallone)
Il Ponte degli Olocati era l’ultimo ponte che collegava la Conca di Viarenna con il Naviglio interno all’altezza di via Edmondo de Amicis 25 (allora chiamata Strada della Vittoria).
I quel tempo vi erano due vie che costeggiavano la Conca di Viarenna: via Vallone e via Olocati, che rispettivamente erano la sponda sinistra e destra del corso d’acqua (con la Darsena alle spalle).
Si puo’ notare che l’edificio cerchiato in rosso è presente ancora ai nostri giorni (oggi è la sede di una nota marca di vestiti di stile british).
Via de Amicis Chiesa Ortodossa (ex Chiesa Santa Maria alla Vittoria)
La chiesa di Santa Maria della Vittoria fu chiamata così in onore della vittoria di Azzone Visconti, signore di Milano, contro l’attacco dell’imperatore Lodovico il Bavaro nel 1329 che voleva impadronirsi proprio dei mulini della città.
La chiesa medievale di Santa Maria della Vittoria, con molta probabilità diede il nome alla via prima di intitolarla allo scrittore Edmondo De Amicis (1846-1908). La chiesa faceva parte di un convento che fu soppresso nel 1799 le cui origini sembra che risalgano al XIII secolo.
Porta Ticinese
Conosciuta anche come Porta Cicca, dal momento che era l’unica delle porte cittadine ad avere una sola apertura, venne pesantemente rimaneggiata nel 1861 da Camillo Boito, che ne aprì i due fornici laterali, conferendole il suo aspetto attuale.
L’antica Porta Ticinese medioevale, assieme agli archi di Porta Nuova in via Manzoni, è l’unica sopravvivenza delle antiche mura milanesi dell’XI secolo.
“Sciostra” all’inizio di via Molino delle Armi
La sciostra era un magazzino che vendeva un po’ di tutto dal carbone ai materiali da costruzione. Il termine potrebbe derivare dal latino sub strata (cioè sotto la strada) in quanto le sciostre si trovavano spesso negli scantinati lungo i Navigli, dove era più facile scaricare la merce che arrivava con i barconi.
Ponte delle Pioppette in Via Molino delle Armi incrocio son via Santa Croce
Il Ponte delle Pioppette era soprannominato dai milanesi “El pont de ciff e ciaff“, poiché erano molti i ragazzi che si gettavano dal ponte nelle acque del Naviglio, tanto che ne fecero anche una filastrocca:
“Sotto il pont de ciff e ciaff
Ghe sta berghiff Bergnaff
Cont la veste vedesina”
La tradizione popolare credeva che fosse un mago incantatore che attirava sotto il ponte delle Pioppette giovani ragazze per ammaliarle con i suoi sortilegi.
Via Molino delle Armi, incrocio con Corso Italia
Il nome “via Molino delle Armi” venne assegnato ufficialmente durante la seduta del Consiglio Comunale del 13 settembre 1865 perché esisteva un antico mulino che serviva ad arrotare le armi di cui Milano era la capitale per eccellenza in Europa.
“Sciostra” di via Santa Sofia
La via prende il nome dall’antica chiesa intitolata a Santa Sofia per volere degli Umiliati, “che la dedicarono ad una cospicua dama milanese morta in odore di santità” (Vicende di Milano rammentate dai nomi della sue contrade, di Lorenzo Sonzogno).
Oggi Il monastero della Visitazione è la sede milanese delle monache di clausura dell’ordine salesiano della Visitazione, che risiedono ininterrottamente dal 1713 (data di fondazione del monastero).
Via Santa Sofia, incrocio con Corso di Porta Romana
Nella foto in bianco e nero è possibile notare il ponte di corso di porta Romana con la statua di San Giovanni Nepomuceno, soprannominato dei milanesi “San Giovanni nè pù nè mén”. Oggi la statua si trova nei giardini di Villa Clerici a Niguarda.
Via Francesco Sforza e la “Ponte della Meraviglia”
La “Porta della meraviglia” era il portone di ingresso dell’Ospedale Ca Granda di Milano, che affacciava proprio sulla cerchia interna dei Navigli. Fin dalla sua nascita nel 1456, l’Ospedale Maggiore si era dotato di un’area sepolcrale all’interno della Ca’ Granda di via Festa del Perdono (oggi sede dell’Università Statale).
Via Uberto Visconti di Modrone, incrocio con via Cesare Battisti
La via Visconti di Modrone originariamente si chiamava via San Damiano. Oggi solo un tratto successivo di questa via ha conservato ancora il nome di Via San Damiano.
Uberto Visconti di Modrone, è stato un cittadino benemerito di Milano, che partecipò alla prima guerra mondiale come capitano di cavalleria, oltre a essere stato consigliere comunale e presidente del gruppo esercente del Teatro alla Scala; morì ad Imperia nel 1923.
Nella via, che subì una distruzione cospicua in occasione di bombardamenti della seconda guerra mondiale, spiccavano il palazzo Visconti di Modrone (oggi scomparso) e il ponte delle Sirenette (spostato nel parco Sempione).
Via San Damiano, incrocio con Corso Monforte
Via San Damiano ed il “Ponte delle Sirenette”
Il ponte delle sirenette era il primo ponte metallico costruito in ghisa in Italia dalla ditta Rubini, Scalini, Falk e C. di Dongo. Era stato inaugurato il 23 giugno 1842, al cospetto dell’Arciduca d’Austria Ranieri, mentre il disegno era dell’architetto Francesco Tettamanzi, il quale, per abbellire l’opera, aveva fatto realizzare dallo scultore Bernardo Cacciatori quattro Sirenette, fatte poi fondere nella ghisa nella ferriera di Dongo (sul lago di Como).
Via Senato, l’isolotto
Il tratto della Cerchia interna di via San Damiano e via Senato un tempo era chiamato anche “il Naviglio aristocratico“, poiché era caratterizzato da numerosi giardini e palazzi signorili, e frequentato quindi dalla nobiltà milanese.
Qui il Naviglio interno si biforcava a formare una Conca di navigazione e una derivazione le cui acque muovevano le ruote di mulini, una piccola isola (detta isolino) separava i due rami.
Sull’isolino o isolotto si trovava la casetta del guardiano idraulico, necessaria per dare riparo al custode della chiusa. Frequente era quindi la presenza di barconi e pescatori, oggetto anche di celebri rappresentazioni pittoriche e fotografiche.
Via Senato, Palazzo del Senato
Il Palazzo del Senato è un palazzo storico di Milano, che si trova in via Senato 10, attualmente sede dell’Archivio di Stato. Dopo la riorganizzazione e modernizzazione sistema giuridico dello Stato di Milano operata da Giuseppe II nel 1786, il Palazzo divenne prima sede del Supremo consiglio di governo e, sotto il Regno d’Italia napoleonico, del Senato di tale regno, istituzione che renderà noto il complesso architettonico con questo nome.
Dal 1886 il Palazzo divenne la sede definitiva dell’Archivio di Stato di Milano e, a partire dalla seconda metà del secolo scorso, anche della Soprintendenza archivistica e bibliografica per la Lombardia.
Via Senato angolo piazza Cavour
Poco più avanti, sulla sinistra, è presente la Porta Nuova medievale, situata tra via Manzoni e piazza Cavour: una delle porte maggiori inserite nel tracciato medievale delle mura di Milano.
Si presenta con due fornici piuttosto profondi ed a sesto ribassato, affiancati da due corpi laterali nei quali si aprono i passaggi pedonali e che rappresentano ciò che resta delle due torri laterali che in origine affiancavano la porta.
Fu adornata del tabernacolo visibile ancora oggi nel prospetto verso la piazza, per volere di Azzone Visconti che negli anni trenta del Trecento volle dotare gli ingressi della città delle effigi dei santi protettori. L’edicola votiva di porta Nuova contiene infatti le statue della Vergine e dei santi martiri milanesi Gervaso e Protaso.
Via Fatebenefratelli ed il campanile di San Marco
La Conca del Marcellino in via Fatebenefratelli
La conca del Marcellino è la prima conca della Cerchia Interna.
Al centro della foto in bianco e nero si vede il Ponte Marcellino, che superava le acque del naviglio, lungo la direttrice di via Borgonuovo.
La conca prende il nome probabilmente dalla Chiesa di San Marcellino, demolita a fine ‘700, che diede anche il nome alla Contrada circostante.
Il Naviglio Morto
I due rami della Cerchia dei Navigli che si dirigevano verso il Castello Sforzesco erano chiamati Naviglio di San Gerolamo (quello che scendeva dal vertice meridionale della fortificazione lungo via Carducci) e Naviglio Morto (quello che scendeva dal suo vertice settentrionale lungo via Pontaccio).
Piazza San Marco e l’omonima Chiesa
Secondo la tradizione la chiesa è stata dedicata a San Marco per riconoscenza dell’aiuto prestato da Venezia a Milano nella lotta contro il Barbarossa ma le prime notizie certe risalgono al 1254 quando Lanfranco Settala, priore generale degli Eremitani di sant’Agostino, fece costruire una chiesa gotica a tre navate inglobando costruzioni precedenti.
La struttura non subì modifiche rilevanti sino al XVII secolo quando la chiesa, divenuta casa generalizia dell’ordine agostiniano, fu trasformata in forme barocche e divenne, dopo il Duomo, la più ampia di Milano.
La conca di San Marco
La conca di San Marco è l’ultima conca del naviglio di San Marco, demolita nel 1935, serviva a superare il dislivello fra il Naviglio di San Marco e la Cerchia Interna.
Il Naviglio di San Marco dopo la Conca
Il Laghetto di San Marco
Una bella foto colorata, scattata ad inizio del Novecento, del Laghetto di San Marco, oggi corrispondente all’omonima via, mentre la sponda sulla destra era chiamata via Ancona.
Via San Marco ed il Ponte dei Medici
Il Naviglio di San Marco era un canale artificiale navigabile di Milano che collegava il Naviglio della Martesana, di cui era la prosecuzione, fino al laghetto di San Marco. Quest’ultimo poi sfociava nella Cerchia dei Navigli grazie alla Conca di San Marco
Via San Marco e la Conca dell’incoronata
La Conca dell’Incoronata, o Conca delle Gabelle, è un’antica conca di navigazione che serviva per superare agevolmente il dislivello tra il Naviglio della Martesana e la Cerchia dei Navigli e rappresenta l’unico resto del Naviglio della Martesana all’interno della cerchia delle mura spagnole di Milano.
La conca prende il nome dalla vicina chiesa di Santa Maria Incoronata e dal’adiacente ponte delle Gabelle, chiamato così poiché rappresentava il primo varco di ingresso fluviale verso Milano; in quanto tale le chiatte che lo oltrepassavano dovevano pagare un dazio (chiamato anche gabella) sulle merci trasportate.
Via Melchiorre Gioa e le “Cucine Economiche”
Le ex Cucine Economiche, in viale Monte Grappa sono nate alla fine dell’Ottocento per offrire pasti a buon prezzo alle famiglie operaie o non abbienti.
I posti a sedere nel refettorio erano 160 e ogni giorno venivano distribuiti circa 600 litri di minestra. Dagli anni Settanta si è interrotta l’originaria funzione di mensa delle Cucine Economiche e sono stati avviati i lavori di restauro.
Oggi l’edificio è la sede di attività socio-culturali: ospita il centro ricreativo per anziani dei Servizi sociali del Comune di Milano e un salone delle feste.
Via Melchiorre Gioia e la Caserma “Cinque Giornate”
La caserma “Cinque Giornate”, attualmente sede di un comando della Guardia di Finanza, era la seconda stazione di Porta Nuova, attivata nel 1850 per sostituire la precedente, a causa dell’aumento del traffico ferroviario.
Nel 1864 venne interrotto il servizio passeggeri a causa dell’avvio di una stazione centrale e dal 1873 venne soppresso anche il traffico merci; infine, per un certo periodo, l’edificio divenne una sede della dogana ferroviaria.
Via Melchiorre Gioia, angolo via FiIlippo Sassetti
Via Melchiorre Gioia, altezza Basilica di Sant’Agostino e “Istituto Salesiano S. Ambrogio Opera Don Bosco”
A fine ‘800, durante i piani di costruzione del quartiere a ridosso della Stazione Centrale, si pensò alla costruzione di una grandiosa chiesa.
Venne interpellato l’architetto Cecilio Arpesani, che, nel 1895, fornì un progetto dal carattere ancora più monumentale dell’odierno, con campanili accanto all’abside e con una facciata a salienti con tre grandi monofore ispirate alla basilica di S. Ambrogio.
Tuttavia, nel 1896 il progetto fu modificato e i lavori presero avvio nel 1900, per terminare nel 1926, anche se l’edificio fu consacrato, non ancora terminato, nel 1920, dall’Arcivescovo Cardinal Ferrari.
Durante i bombardamenti del 1943 la chiesa fu danneggiata e poi restaurata nell’aspetto che vediamo oggi.
Via Melchiorre Gioia, angolo via Tonale
Conca della Cassina de Pomm in via Melchiorre Gioia e la Cassina de Pomm
Questa conca era situata sul Naviglio Martesana in prossimità della Cassina de ‘Pomm, la cascina risalente al XV secolo, che all’epoca faceva parte di un articolato sistema di terreni destinato alla coltivazione di frutteti di mele (da cui deriva appunto il nome della cascina) che fu voluto da Francesco Sforza nel XV secolo.
La Conca fu costruita ad inizio del XV secolo, per sostituire le due precedenti conche di Cernusco e di Gorla, poi abbattute, e copriva un salto d’acqua di quasi 2 metri.
Sulla destra della conca era presente l’edificio dell’antica Fabbrica di candele Bonomi, oggi scomparso, all’epoca caratterizzato dalle due ciminiere e la struttura in cotto.
I bombardamenti della seconda Guerra Mondiale distrussero infatti parte della fabbrica e le avverse vicende economiche successive ne causarono la chiusura.
Nel demolire la fabbrica se ne è salvato il muro perimetrale prospiciente il naviglio, la passerella che ne consentiva l’attraversamento e un minuscolo bunker-garitta che si trova in una delle due aree gioco del “Giardino Cassina de’ Pomm”, inaugurato dal Comune di Milano nel 2002.
Oggi il Naviglio della Martesana si interra nei pressi della Cassina de Pomm e continua il suo percorso sotterraneo attraversando Milano da nord a sud.
Navigli Tour: scopri il quartiere dei Navigli insieme a me
Se ti piacerebbe conoscere “dal vero” questi canali, allora ti propongo una cosa: che ne diresti di esplorare il quartiere dei Navigli insieme a me?
Ti porterò alla scoperta di fantastici luoghi, e ti farò conoscere il Naviglio Grande, la Darsena ed il Naviglio Pavese.