La cerchia interna dei Navigli

La cerchia interna di Milano, il “fossato di estrema bellezza che circonda la città”

La Cerchia interna dei Navigli, chiamata anche Naviglio Interno o fossa interna, era un canale circolare di circa 6,5 chilometri che, fino alla fine degli anni ’20 del Novecento, cingeva il centro di Milano e fungeva così da raccordo per l’intero sistema dei Navigli.

Il canale era largo circa 9 metri ed era dotato di conche di navigazione (se non sai cosa sono e come funzionano le conche leggi questo articolo) ed aree portuali, di cui la più famosa era il Laghetto di Santo Stefano alle spalle del Duomo (coperto nel 1857 e ricordato nella toponomastica dall’attuale “via Laghetto”).

Inizialmente, questo corso d’acqua era stato realizzato nel 1156 come fossato difensivo, solamente più tardi, tra il 1387 e il 1496 , fu reso navigabile grazie ai lavori di canalizzazione e ampliamento voluti dai Visconti e dagli Sforza.

Mappa degli Astronomi di Brera, 1814 | Fonte: Stagniweb

L’unica parte della Cerchia dei Navigli che rimase semplice fossato non navigabile fu quella verso il Castello Sforzesco, ovvero il tratto situato a nord-ovest: la sua funzione restò infatti quella di portare acqua al fossato del castello.

I due rami della Cerchia dei Navigli che si dirigevano verso il Castello Sforzesco erano chiamati Naviglio di San Gerolamo (quello che scendeva dal vertice meridionale della fortificazione lungo via Carducci) e Naviglio Morto (quello che scendeva dal suo vertice settentrionale lungo via Pontaccio) visto che giunto alla fortificazione non aveva sbocchi (analogamente anche il Naviglio di San Gerolamo era “chiuso” dal successivo interramento del fossato del Castello) .

Lungo il suo percorso erano presenti 30 bocche di derivazione che servivano ad irrigare gli orti cittadini e ad alimentare importanti mulini (anch’essi ricordati dalla toponomastica cittadina come la vicina “via Molino delle Armi”).

Cerchia interna: il percorso

La cerchia si originava con le acque del Naviglio Martesana che arrivavano in città lungo via M. Gioia, entrando in Milano dall’ultimo ramo del canale, chiamato anche Naviglio di San Marco, che prendeva il nome dall’omonima Chiesa.

Superate quindi le due conche del Naviglio di San Marco (la Conca dell’Incoronata, ancora oggi visibile, e quella di San Marco), le acque entravano in città in via Fatebenefratelli, dove incontravano subito la prima conca, detta del Marcellino, e successivamente quella di via Senato.

Dopo la via Molino delle armi, la cerchia interna incontrava le acque del Naviglio di San Gerolamo e queste discendevano all’interno dell’attuale via Conca, dove, superata anche la Conca di Viarenna, entravano finalmente in Darsena.

Il Naviglio interno era attraversato da 6 ponti principali, che consentivano il collegamento alle 6 porte principali (Comancina, Nuova, Orientale, Romana, Ticinese e Vercellina) e da 10 punti minori, in corrispondenza degli accessi secondari alle mura, detti “pusterle” (di San Marco, Nuova, Monforte, Tosa, di San’Eufemia, della Chiusa, della Fabbrica o dei Fabbri, di Sant’ Ambrogio, Giovia e delle Azze).

(Clicca qua per visualizzare la mappa dei ponti della Cerchia Interna)

Fonte: Navigli 24

La storia della Cerchia interna dei Navigli

Come abbiamo appena visto, il percorso della Cerchia dei Navigli riprendeva l’antico fossato difensivo della Milano medievale, scavato tra i 1156 ed il 1167, all’epoca delle guerre di Milano con il Barbarossa, progettato da Guglielmo da Guintellino, ingegnere militare genovese al servizio dei Milanesi, e corrispondeva alle attuali vie:  Fatebenefratelli, Senato, San Damiano, Visconti di Modrone, Francesco Sforza, Santa Sofia, Molino delle Armi e poi De Amicis, Carducci, Piazza Castello e via Pontaccio (per il naviglio di San Gerolamo).

Quel fossato venne però poi fatto interrare dal Barbarossa e con esso l’imperatore impose anche l’abbattimento di tutte le fortificazioni presenti in città.

La nuova cerchia venne quindi ricostruita nel 1171 e ampliata: proteggeva così la città e soprattutto captava anche le acque dell’Olona, fino ad allora direttamente tributario della Vettabbia.

Tutte le acque (Seveso, Nirone e Vettabbia) furono quindi incanalate nel nuovo fossato “largo ventiquattro braccia” e la terra di riporto ottenuta dallo scavo (terraggi) fu utilizzata per costruire degli imponenti bastioni: difese strategicamente ben piazzate, ma non particolarmente efficaci, costruite in terra rinforzata da palizzate e difese da torri di legno.

La vecchia fossa, superata militarmente, fu protagonista del benessere della città, grazie al fiorire dei commerci e dell’agricoltura, grazie all’ampliamento del sistema irriguo e delle molteplici attività che lo scorrere dell’acqua rendeva possibili: molini, torchi, magli, torcitoi. Alcune di queste attività sopravvissero fino alla trasformazione in “Cerchia dei Navigli”.

Cerchia interna Milano
Antonio Lafrery, Pianta prospettica di Milano, Acquaforte, 1573 https://bertarelli.milanocastello.it/it/content/lafrery-pianta-prospettica-di-milano

Così la descriveva Bonvesin de la Riva alla fine del XIII secolo:

« Un fossato di sorprendente bellezza e larghezza circonda questa città da ogni parte e contiene non una palude o uno stagno putrido, ma l’acqua viva delle fonti, popolata di pesci e di gamberi. Esso corre tra un terrapieno all’interno e un mirabile muro all’esterno. »

(Bonvesin de la Riva. De Magnalibus Mediolani, Milano 1288 )

Prende forma il sistema dei Navigli

Nel frattempo, nel 1211 il prolungamento del Ticinello, ormai denominato Naviglio Grande, giunge fino al laghetto di Sant’Eustorgio, nei pressi dell’attuale Darsena, alle porte di Milano.

Dalla fin del XIV secolo, Gian Galeazzo Visconti prima e Filippo Maria Visconti dopo, iniziano i lavori di ampliamento ed abbassamento del fondale del fossato, allo scopo di renderlo navigabile fino al laghetto di Santo Stefano , per facilitare il trasporto dei marmi e dei materiali necessari alla costruzione del nuovo Duomo della città, i cui lavori iniziarono nel 1387.

La Conca di Viarenna 1920 circa

Il Naviglio Grande tuttavia non era ancora collegato al fossato che circondava la città, si dovrà aspettare il 1439, con la costruzione della Conca di Viarenna e quindi il collegamento alla Cerchia interna.

Fu, infine, Francesco Sforza nel 1496 a completare il sistema dei Navigli, con l’allacciamento della cerchia interna alla Martesana, attraverso il naviglio di San Marco e la conca delle Gabelle (o dell’Incoronata).

Conca delle Gabelle o dell’Incoronata

Sotto il dominio spagnolo: degrado e abbandono del sistema navigli

Nel XVI secolo, durante la dominazione spagnola, i milanesi furono “contagiati dalla pigrizia dei loro dominatori”, sostiene lo storico Francesco Ogliari, e “presero ad utilizzare il naviglio interno alla stregua di una comoda fogna a cielo aperto.”

Inoltre, la cerchia interna fu utilizzata anche come discarica nella quale gettare detriti e rifiuti di ogni genere: capitava spesso infatti che i barconi si incagliassero in questi.

Tutto questo fece così scomparire la fauna acquatica che popolava il canale e che descriveva il frate Bonvesin de la Riva cent’anni prima.

Dobbiamo inoltre ricordare che, sempre sotto la dominazione spagnola, anche i lavori di realizzazione de Naviglio Pavese si fermarono pochi ani dopo il loro inizio, probabilmente a causa di mancati pagamenti agli operari da parte della corona spagnola, la quale, probabilmente, non credeva così tanto alla navigazione commerciale…

Dal ‘900 ad oggi: la chiusura della Cerchia Interna sotto la dittatura fascista

Il primo tratto della Cerchia dei Navigli a venire chiuso fu nel 1857 il laghetto di Santo Stefano, interrato sostanzialmente per motivi igienici a causa dell’acqua stagnante, su ordine del direttore dell’Ospedale Maggiore.

Sempre per motivi igienici, successivamente furono chiusi il Naviglio Morto ed il Naviglio di San Gerolamo.

Questi due rami della Cerchia, che dipartivano dal Castello Sforzesco, furono interrati tra il 1894 e il 1895, per problemi igienici causati dall’acqua stagnante (entrambi, come già accennato, non avevano sbocchi, dato che il fossato del castello, loro originaria destinazione, venne interrato nel XVII secolo).

Bisogna ricordare infatti, che la medicina del tempo attribuiva agli odori ed ai fetori provenienti dall’evaporazione delle acque del naviglio la responsabilità di causare malattie reumatiche e respiratorie.

Così, nel 1889, l’ingegnere Cesare Beruto, ideatore del Piano Regolatore cittadino, detto anche “Piano Beruto”, stese il progetto per la copertura dei Navigli, a favore dello sviluppo cittadino su strada della città.

Tuttavia, prima dell’inizio effettivo dei lavori, ci vollero circa 40 anni; infatti, è solo nel 1929, sotto il regime fascista, che i lavori di chiusura incominciarono, per completarsi nel 1935 con la chiusura del naviglio di San Marco, fino alla conca dell’incoronata.

L’ultimo tratto cittadino di Naviglio ad esser chiuso tra gli anni 60-70′ fu quello del Martesana lungo via Melchiorre Gioia: coperto per aumentare le corsie della carreggiata automobilistica.

Per saperne di più sulla copertura dei navigli clicca qui!

Copertura dei Navigli in via Senato

La riapertura dei Navigli

Dopo il referendum del 2011, nel quale la quasi totalità dei votanti milanesi si era detta favorevole alla riapertura dei Navigli a Milano, il 22 febbraio 2017 a Palazzo Marino, il Sindaco Sala ha dato l’avvio ai lavori del Comitato Scientifico con funzione consultiva, quale organismo di supporto all’Assessore alla Mobilità e Ambiente, all’Urbanistica Verde e Agricoltura e ai Lavori Pubblici e Casa, per coordinare le attività di analisi e di progetto necessarie ad avviare attività più specifiche finalizzate a definire le attività propedeutiche, la programmazione e realizzazione delle fasi di lavoro e delle opere, nonché a seguire lo sviluppo della progettazione preliminare della connessione idraulica necessaria per consentire l’attuazione del progetto generale di riapertura dei navigli milanesi per fasi temporali successive”.  

Il Comitato Scientifico è coordinato dal Prof. Antonello Boatti del Politecnico di Milano ed è composto dai seguenti membri: Ing. Manuela Antonelli, Ing. Marco Broglia, Ing. Maurizio Brown, Arch. Andrea Cassone, Prof. Ing. Claudio Gandolfi, Prof. Arch. Giorgio Goggi, Arch. Marco Prusicki, Prof. Renzo Rosso, Dott. Guido Rosti, Prof.ssa Laura Scesi, Prof. Stefano Sibilla.

Purtroppo, in questi anni, tanti studi sono stati realizzati, ma il progetto di riapertura dei navigli sembra essersi arenato…


Fonti:
– https://it.wikipedia.org/wiki/Cerchia_dei_Navigli
– Navigli Lombardi. I navigli e le caratteristiche http://www.naviglilombardi.it/wp-content/uploads/2013/07/I-navigli-Le-caratteristiche.pdf
– http://www.milanocittadacque.it/il-sistema-dei-navigli/la-riapertura-della-cerchia/
Francesco Ogliari, “Il Naviglio che non c’è più”


Scopri il quartiere dei Navigli insieme a me

Ti piacerebbe conoscere “dal vero” questi canali? Allora ti propongo una cosa: esplora il quartiere dei Navigli insieme a me!

Ti porterò alla scoperta di fantastici luoghi, e ti farò conoscere il Naviglio Grande, la Darsena ed il Naviglio Pavese.

Forse ti può interessare

Cosa vedere e fare sui Navigli

Come raggiungere il quartiere dei Navigli

Dove dormire sui Navigli

“Dove dormire a Milano

Migliori pizzerie sui Navigli

“I migliori libri sui navigli”

error: Content is protected !!