Cosa sono i Navigli?
I Navigli lombardi sono un sistema di canali irrigui e navigabili, collegati un tempo al centro di Milano tramite la Cerchia Interna, “un fossato di sorprendente bellezza” che cingeva la città e metteva in comunicazione il lago Maggiore, il lago di Como ed il fiume Ticino a Pavia.
Questo collegamento permise alla città di Milano di connettersi alle vie d’acqua della Svizzera e a quella del Po, che conduceva proprio verso il mare Adriatico.
Complessivamente, l’intero sistema dei Navigli è lungo circa 160 km e interessa un’area compresa tra i fiumi Ticino e Adda di circa 1.800 km2.
Le loro acque irrigano migliaia di ettari di pianura e lungo le loro sponde corrono i principali itinerari dell’area metropolitana milanese.
La valenza ambientale del territorio è espressa dalla presenza di 3 Enti Parco: Parco Lombardo della Valle del Ticino; Parco Agricolo Sud Milano e Parco Adda Nord.
In questo territorio negli ultimi anni sono sorti anche 3 Ecomusei incentrati sui Navigli e sul paesaggio (non riconosciuti da Regione Lombardia): Ecomuseo Martesana, Ecomuseo Adda di Leonardo ed Ecomuseo Milano Sud .

Perchè si chiamano Navigli?
La parola Naviglio significa “navigabile” e deriva dalla parola latina “navigium“, che indica appunto l’atto di navigare o un’imbarcazione.
Storia del sistema dei Navigli
I cospicui vantaggi economici derivanti dalla possibilità di sfruttare i trasporti su acqua alimentò, fin dal medioevo, l’interesse dello Stato di Milano di realizzare una rete di canali che consentisse al capoluogo milanese di supplire alla mancanza di un corso d’acqua naturale che lo attraversasse, in grado di collegare così la città con i fiumi situati ad ovest e ad est (il Ticino e l’Adda), lungo la linea degli scambi commerciali con la Valtellina ed i Grigioni da una parte, e con Pavia ed il Po dall’altra.
Per sopperire quindi allo svantaggio di esser priva di un fiume navigabile, Milano aveva rimediato costruendo il sistema dei Navigli, che comprende:
- Il Naviglio Grande
- Il Naviglio di Bereguardo
- Il Naviglio della Martesana
- Il Naviglio di Paderno
- Il Naviglio di Pavese
- La Darsena
Tale sistema aveva una funzione irrigua, di navigazione, difensiva ed energetica.
Dalla seconda metà del ‘900, con l’aumento del trasporto su gomma e rotaia, il trasporto fluviale in città è andato via via diminuendo, fino a scomparire pochi anni più tardi, quando, nel 1979, l’ultimo barcone navigò sul Naviglio Grande entrando in Darsena e scaricando sabbia e ghiaia provenienti dalle cave di Castelletto di Cuggiono.
Storia dell’evoluzione del sistema dei Navigli Lombardi
In blu i canali irrigui, in giallo i navigli costruiti durante il periodo storico riportato nella descrizione dell’immagine ed in rosso i Navigli preesistenti.



Oggi, la nuova cartina, non mostrerebbe la cerchia interna (coperta tra il 1929 ed il 1930) ed il Naviglio Martesana da Cassina de’ pomm a via San Marco (coperto tra il 1935 ed il 1970).
L’idrografica di Milano nei secoli
Milano, a differenza di molte altre grandi città, non aveva fiumi propri, tuttavia, era una città con facile accesso all’acqua, grazie alla sua posizione e alla presenza di diverse risorgive e fontanili sotterranei.
Furono i romani, nel 200 a.C. circa, a portare l’acqua in città, nella Mediolanum romana, deviando i grandi fiumi, quali Seveso (a nord est), Nirone (da nord ovest) Olona e Vepra (a ovest). Mentre la Vettabbia fungeva da collettore d’uscita, che trasportava all’esterno della città le acque

Successivamente, Visconti prima e Sforza poi, per portare l’acqua a Milano deviarono altri due grandi fiumi: il Ticino a Ovest e l’Adda a Est, dando così origine al Naviglio Grande e Martesana, con le successive derivazioni, ovvero il Bereguardo e Pavese dal Naviglio Grande ed il Paderno dal Naviglio Martesana.

Fonti:
– Giuseppe Bruschetti, Istoria dei progetti e delle opere per la navigazione interna del Milanese, 1824
– Carlo Cattaneo, Notizie naturali e civili su la Lombardia, coi tipi di Giuseppe Bernardoni di Giovanni, Milano, 1844
– https://it.wikipedia.org/wiki/Navigli_(Milano)
– Le conche. Per la navigabilità dei Navigli Lombardi (2021)