La chiesa di San Cristoforo e la leggenda del Santo

La magnifica chiesa di San Cristoforo a Milano sul Naviglio Grande

San Cristoforo è un suggestivo complesso costituito da due chiesette affiancate. Sorge sul percorso che conduceva a Milano dalla Lomellina, in un punto di passaggio obbligato nella rete dei vari corsi d’acqua.
Per chi arrivava a Milano navigando sul Naviglio, San Cristoforo in aperta campagna, era il segnale che mancavano pochi minuti all’attracco.

Antiche narrazioni attestano l’affetto dei milanesi per questa chiesa che in origine era una semplice cappella coperta da due falde a capanna. Pare addirittura che proprio in questa chiesetta, nel 1176, sia stato dato ai milanesi il primo annuncio della sconfitta dell’imperatore Federico Barbarossa a Legnano da parte della Lega Lombarda. La chiesa (che doveva corrispondere approssimativamente all’attuale navata sinistra) venne ricostruita nel 1192 e fu ampiamente rimaneggiata nel Trecento. Ad essa un certo frate Pietro Franzoni di Tavernasco, affiancò un ospedale per i pellegrini (1364?).

San Cristoforo inizio ‘900

La chiesa di destra, comunemente detta Cappella Ducale, è del XV secolo. Fu eretta sotto il patrocinio di Gian Galeazzo Visconti, adempiendo il voto popolare per l’improvvisa cessazione della peste del 1399. La Cappella Ducale venne intitolata non solo a San Cristoforo, come già la chiesa preesistente e l’ospizio, ma anche ai santi Giovanni Battista, Giacomo, e alla Beata Cristina, protettori dei Visconti, per commemorare la vittoria riportata sugli Armagnacchi presso Alessandria il 25 luglio (festa di san Cristoforo) del 1391. Sulla facciata venne inserito il celebre stemma di famiglia con il biscione, accanto a quello del Comune di Milano con la croce rossa in campo bianco.

Oggi nella diocesi di Milano, è la chiesa dove si svolge il maggior numero di matrimoni all’anno.

La leggenda del Santo

Jacopo da Varagine (sec. XIII), con la sua Legenda Aurea, fu l’autore che in Occidente rese celebre Cristoforo. Secondo questo testo, egli era un giovane gigante che si era proposto di servire il signore più potente. Per questo fu successivamente al servizio di un re, di un imperatore, poi del demonio, dal quale apprese che Cristo era il più forte di tutti: di qui nacque il desiderio della conversione. Da un pio eremita fu istruito sui precetti della carità: volendo esercitarsi in tale virtù e prepararsi al battesimo, scelse un’abitazione nelle vicinanze di un fiume, con lo scopo di aiutare i viaggiatori a passare da una riva all’altra. Una notte fu svegliato da un grazioso fanciullo che lo pregò di traghettarlo; il santo se lo caricò sulle spalle, ma più s’inoltrava nell’acqua, più il peso del fanciullo aumentava e a stento, aiutandosi col grosso e lungo bastone, riuscì a guadagnare l’altra riva. Qui il bambino si rivelò come Cristo e gli profetizzò il martirio a breve scadenza. Dopo aver ricevuto il battesimo, Cristoforo si recò in Licia a predicare e qui subì il martirio.

Come questa leggenda sia sorta è ancora oggi un problema insoluto. Si sono formulate alcune ipotesi: chi ritiene che il nome Cristoforo (= portatore di Cristo) abbia potuto suggerire la leggenda; chi suppone che l’iconografia (Cristoforo con Gesù sulle spalle) sia anteriore alla narrazione di Jacopo da Varagine, per cui la rappresentazione iconografica avrebbe ispirato il motivo leggendario.

San Cristoforo, Tiziano, 1523 ca

La festa di Cristoforo in Occidente è celebrata il 25 luglio, in Oriente il 9 maggio. Per quanto riguarda il folklore, è da notare come esso non sia diminuito nei tempi recenti, sebbene abbia subito, ovviamente, degli adattamenti. Se nel Medioevo Cristoforo era venerato come protettore dei viandanti e dei pellegrini prima di intraprendere itinerari difficili e pericolosi, oggi il santo è divenuto il protettore degli automobilisti, che lo invocano contro gli incidenti e le disgrazie stradali.

La titolatura al santo gigante dalla forza smisurata, patrono dei pellegrini, di fatto in molti casi sostituì quella a Ercole.

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Fonte:
– http://www.chiesasancristoforo.it/storia.htm
– http://www.santiebeati.it/dettaglio/64200

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