Il Naviglio Interno di Via San Damiano e via Senato
Il tratto della Cerchia interna di via San Damiano e via Senato un tempo era chiamato anche “il Naviglio aristocratico“, poiché era caratterizzato da numerosi giardini e palazzi signorili, e frequentato quindi dalla nobiltà milanese.
Si trattava del tratto di Naviglio più ricco e pulito, dove raramente arrivavano i barconi carichi di materiali; tutt’al più era possibile vedere qualche imbarcazione privata, accostata ai gradini che salivano ai giardini delle case patrizie.
Qui il Naviglio interno si biforcava a formare una Conca di navigazione e una derivazione le cui acque muovevano le ruote di mulini, una piccola isola (detta isolino) separava i due rami.
Sull’isolino o isolotto si trovava la casetta del guardiano idraulico, necessaria per dare riparo al custode della chiusa. Frequente era quindi la presenza di barconi e pescatori, oggetto anche di celebri rappresentazioni pittoriche e fotografiche.

Il Naviglio “aristocratico” era fiancheggiato sul lato sinistro da una strada pavimentata con ciottoli di fiume, al centro della quale correva la “rizzada”, ovvero due strisce parallele selciate con lunghi lastroni di granito, che permettevano così alle carrozze di procedere senza troppe “scosse”.
Le famiglie nobili
Su questo naviglio avevano casa le ricche famiglie milanesi, tra cui: i Sormani, i Guastalla, i Carcano, i Besozzi, i Litta, i Castelli, i Fontana, i Serbelloni, i Pertusati ed i Visconti di Modrone.
Storia
La data esatta dello scavo della Cerchia dei Navigli non è chiara, inizialmente si trattava di un semplice fossato difensivo, scavato intorno al 1140-1150 per ricavare la terra necessaria a realizzare dei bastioni difensivi per proteggere il Comune di Milano, che stava diventando una potenza regionale nel Nord Italia, staccandosi sempre più dal controllo dell’Imperatore tedesco Federico Barbarossa.
Infatti, quando il Barbarossa scese in Italia, nel 1162, assediò Milano e costrinse la città alla resa e successivamente la distrusse, opere difensive comprese, tra cui anche le antiche mura romane e molti monumenti di epoca pagana.
Nel 1171 i milanesi affidarono al ingegnere genovese Guglielmo da Guintellino l’incarico di costruire le nuove mura attorno alla città.
Il Guintellino eresse quindi possenti mura e fece allargare il fossato già esistente.
Nel 1329 Azzone Visconti promosse il rafforzamento della cinta muraria e fece dragare il fossato, creando così la Cerchia dei Navigli e rendendo Milano una città ricchissima, grazie ai commerci resi possibili da queste vie d’acqua.
Dal 1659 per volontà di Federico Borromeo lungo l’alzaia si avviava la costruzione completata nel ‘700 del Collegio Elvetico oggi noto come Palazzo del Senato, sede dell’Archivio di Stato, che ancora domina la scena urbana impreziosita dal vicino giardino ideato da Piermarini come spazio per le feste pubbliche.

Fotografie d’epoca
Nella foto d’epoca sottostante (1) si vede l’imbocco della Conca (a sinistra) e l’isolino (al centro) che la separa dal canale secondario (a destra) che portava l’acqua del Naviglio Interno a muovere la macina di un mulino. Sul fondo si vede il ponte di Porta Orientale (ora Porta Venezia). Gli edifici prospettanti direttamente sul canale hanno conservato ancora oggi una buona riconoscibilità.

Nella foto d’epoca numero 2 si può notare un’imbarcazione attraversa la conca.
In primo piano si vedono le portine semiaperte. e sul fondo il ponte del Senato.

Nella foto 3 un’imbarcazione attende di entrare nella conca per scendere a valle; di seguito si hanno le portine chiuse che lasciano entrare l’acqua nella conca dalle aperture superiori, con lo scopo di raggiungere il livello per permettere alla barca di entrare. Mentre le porte più vicino a noi (quindi più a valle) sono chiuse e rimangono tali fino a che la barca non sia entrata nella conca.
Una volta al suo interno, le porte lasciano defluire l’acqua dalle antine in basso per svuotare la conca e portarla al livello inferiore; una volta raggiunto, si aprono queste porte a valle così che la barca possa continuare la navigazione verso il centro della città (clicca qui per scoprire il funzionamento delle conche).

Come riportato in precedenza, sull’isolino spesso pescatori e fotografi facevano compagnia al guardiano delle acque, come si può notare dalla foto numero 4.

Nella foto numero 5 è interessante notare la manovra di apertura delle paratie della conca da parte dell’uomo a destra che le tira su con una fune la porta appena emergente dall’acqua.

Fonti:
http://www.turismo.milano.it/wps/portal/tur/it/arteecultura/architetturaemonumenti/monumenti/conca_senato
Francesco Ogliari, Il Naviglio che non c’è più