I Navigli come nuova proposta del turismo sostenibile
Ecco il mio contributo per l’Associazione Riaprire i Navigli sul tema “I Navigli e Milano dopo il Cronavirus”
Premessa
In questo periodo si è tornati, finalmente, a parlare concretamente di progetti urbanistici volti a diminuire l’uso dell’automobile e quindi il traffico cittadino.
Molti sono gli architetti ed urbanisti che stanno avanzando proposte per l’immediato periodo post Covid in città, che vanno dalla creazione di piste ciclabili all’allargamento dei marciapiedi, così da favorire gli spostamenti “in solitaria” e senza inquinare.
Non essendo un esperto di urbanistica e viabilità, e nemmeno un epidemiologo, ho deciso di parlare solo di quello che mi compete e di cui sono preparato: il turismo.
Bisogna capire che quest’estate sarà diversa. Molti milanesi e italiani non andranno in vacanza. Molti invece non faranno proprio le vacanze. Questo perché avranno finito le ferie a causa della chiusura forzata delle aziende in questi mesi, oppure perché molte aziende rimarranno aperte per “recuperare” la produzione dei mesi in cui sono rimaste chiuse, o, ancora peggio, perché saranno rimasti senza lavoro.
Ci sarà poi un problema psicologico, legato alla paura di visitare luoghi affollati, prendere mezzi pubblici o avvicinarsi ad altre persone.
Infine, ci saranno ovviamente limitazioni legali: non sappiamo ancora quando si potrà tornare a viaggiare per esempio, dormire in hotel, o spostarsi in nave e in aereo.
Di conseguenza, dobbiamo iniziare a pensare ad un nuovo modello di “vacanza”. Un modello che preveda magari piccoli spostamenti in auto, in bicicletta o a piedi; prediligendo gite giornaliere o “short break” di qualche giorno.

Le previsioni della primavera/estate 2020
Non conoscendo ancora come si evolverà la situazione estiva, mentre molti avanzano strambe proposte (come plexiglass in spiaggia e ciambelloni gonfiabili distanzianti per il bagno in mare), credo che nei prossimi mesi il miglior turismo possibile sarà quello di prossimità: quello lento e fatto in solitaria o in famiglia. Quel famoso “Slow Tourism” che molto spesso riempie la bocca di tutti, ma senza sapere di cosa si tratta.
Ci sarà inoltre un “ritorno alla campagna”; questo perché nella “campagna” sarà più difficile incontrare persone e quindi creare assembramenti, a differenza delle grosse città o metropoli. Quindi un aumento di quel turismo detto anche “Digital Detox” (disintossicazione digitale): la vacanza in cui ci si astiene volontariamente dall’uso di dispositivi digitali come smartphone, computer e dai social media.
E’ probabile che ci sarà anche la “corsa” a prenotare una casa mono o bifamigliare con giardino e piscina (per chi potrà permetterselo), in modo tale da godersi la tintarella e allo stesso tempo rinfrescarsi in piscina con la famiglia (o i propri “congiunti”).

E i Navigli?
Cosa c’entra tutto questo con i Navigli ti chiederai. I Navigli credo svolgeranno un ruolo importante nel periodo post Covid, pur non essendo balneabili. Dobbiamo ricordare che l’elemento acqua è capace di infondere pace e tranquillità nelle persone e allo stesso tempo rinfrescare mente e corpo.
Inoltre, tutti i Navigli hanno una bellissima pista ciclopedonale che gli scorre a fianco e collega Milano ai parchi fuori città, tra questi ci sono: il Parco del Ticino lungo il Naviglio Grande, il Parco Agricolo Sud lungo il Naviglio Pavese e di Bereguardo ed il Parco Adda Nord lungo il Martesana e Paderno.
Sarà quindi l’estate del cicloturismo, del turismo di passaggio, di quel turismo lento che rispetta la natura e non inquina. Un turismo volto alla scoperta “del vicino”, di ciò che abbiamo attorno: parchi, cascine, borghi, castelli, Abbazie e Chiese. Un turismo che potrà nuovamente farci apprezzare il bello di vivere lentamente e godere delle attività che il nostro territorio ci offre.
Ecco, sarà l’estate della riscoperta del nostro territorio! (Non è infatti vero che conosciamo di più le città degli altri Paesi che quella in cui abitiamo?!)
Quindi, attraverso i Navigli, vere e proprie arterie verdi cittadine, si potranno raggiungere così in sicurezza bellissime città, come Pavia, o ammirare la Certosa di Pavia, pedalando lungo il Naviglio Pavese; piccoli e caratteristici borghi, come quello di Boffalora o Robecco sul Naviglio Grande; scoprire le rapide di Paderno o visitare le città rivierasche del Martesana; e persino studiare i gioielli di architettura idraulica, come le conche dei Navigli e le Dighe del Panperduto.
Il tutto, principalmente, in modo gratuito.

Il futuro dei Navigli?
Spero che i Navigli diventino sempre più parte della città, sempre più inseriti all’interno di percorsi turistici e naturalistici e che vengano sempre più manutenuti e curati. Si dovrebbero anche implementare i servizi dedicati ai fruitori delle ciclovie: punti di ristoro, Bike Hotel, aree pic-nic…
Bisogna tornare a far vivere i Navigli: esistono da molti secoli, è nostro dovere “proteggerli” e farli risplendere.

Spero inoltre che, in un futuro non troppo lontano, si potranno anche avviare i lavori di riapertura della cerchia interna, in ottica turistica e naturalistica, oltre che urbanistica. In questo modo si potrebbero realizzare nuove aree verdi e pedonali in centro città, creando inoltre luoghi di socializzazione.
Questo progetto inoltre permetterebbe di creare un vero e proprio corridoio verde che colleghi la città di Milano alle periferie ed alle città dell’Hinterland, oltre che diminuire le emissioni di CO2.

Dobbiamo, inoltre, considerare che in questo modo si realizzerebbe un percorso naturale e ciclabile molto vasto, tra i più lunghi d’Europa, che collegherebbe la città di Milano con la via Francigena e la Ciclovia VenTo a Pavia, intercettando così moltissimi turisti che ogni anno intraprendono questo itinerario di fede e di diletto.
Ricordiamoci inoltre che tutte le più grandi città e capitali Europee e mondiali hanno un fiume cittadino: noi abbiamo i Navigli!
Riapriamo i Navigli: uno sguardo al passato per creare il futuro.
