I Guardiani Idraulici: i custodi delle acque dei canali
I guardiani idraulici (o custodi delle acque) erano gli incaricati che svolgevano determinati tipi di lavori nel campo della regolazione della navigazione e manutenzione del tratto attiguo del Naviglio.

Le mansioni
Nell’Ottocento i poteri ed i doveri del custode per la costante manutenzione delle rive erano molteplici: egli aveva il compito di vigilare giorno e notte sullo stato delle sponde, segnalando periodicamente alle autorità milanesi eventuali scavamenti, e verificare cedimenti nella riva.
I Guardiani idraulici sul Naviglio Grande
Poiché il Naviglio Grande non poteva essere posto in asciutta al fine di non arrecare danno ai commerci ed all’irrigazione, venivano scaricati in acqua mediante le barche diversi quantitativi di ciottoli del fiume Ticino, a guisa di sostegno, al fine di annullare sul fondo le ondulazioni che generavano gorghi pericolosi per la navigazione.
Le riparazioni a regola d’arte venivano invece effettuate durante le due asciutte primaverile ed invernale.
L’Autorità competente monitorava costantemente anche il livello d’acqua presente: il custode aveva quindi il compito di rilevarlo tre volte al giorno, attraverso un idrometro fisso immerso nel canale e, ogni quindici giorni, inviava a Milano “lo stato del pelo dell’acqua”.
I custodi delle acque presenti sul Naviglio Grande, avevano anche il compito di segnalare periodicamente all’Autorità da cui dipendevano il numero dei barchetti delle stazioni di Robecco e Abbiategrasso, con: i nomi dei proprietari, le caratteristiche, la forma e lo stato delle imbarcazioni.
Ogni barca veniva periodicamente ispezionata dal custode, coadiuvato da un perito, il quale constatava la conformità della barca ai regolamenti: in particolare una barca-corriere doveva essere lunga 17,50 m. e larga al massimo 2,90 m., doveva essere costruita in legno di rovere e, se non fosse stata ritenuta in buono stato, se ne sarebbe dovuta ordinare la riparazione, mentre se fosse stata trovata logora se ne sarebbe dovuta dichiarare la non idoneità.
I Guardiani Idraulici sul Naviglio Pavese
Sul Naviglio Pavese invece, quasi ogni conca aveva un custode, alloggiato in un’apposita casa, responsabile della navigazione e del tratto di naviglio attiguo, inoltre vi era un incaricato per il funzionamento del ponte galleggiante e girevole di Badile e un altro per la supervisione dell’ultimo tratto prima del Ticino, per un totale così di 14 persone stipendiate
Nel 1906 vi erano 7 caselli di forma ottagonale in mattoni a vista, esattamente al primo, terzo, quarto, ottavo, decimo, undicesimo e dodicesimo sostegno (conca). Questi servivano come luogo di ricovero per i manovratori della conca, oltre esser un valido deposito per gli attrezzi.

11 invece erano le case di abitazione del personale subalterno che sorgevano in prossimità dei sostegni, presenti al: secondo, terzo, quarto, al ponte mobile di Badile, quinto, sesto, settimo, ottavo, decimo, undicesimo e dodicesimo sostegno.
Pochi di questi edifici sono ancora visibili purtroppo; molto di questi sono andati distrutti o abbandonati all’incuria. Uno dei pochi edifici a salvarsi è quello di Moirago, dove la casa del guardiano idraulico è stato comprata dagli artisti Giacomo Sparasci e Annamaria Miglietta nel 1988, che hanno saputo ristrutturare e dare di nuovo vita a questo caratteristico e storico edificio sulla sponda sinistra del Naviglio Pavese.
Oggi, oltre alla loro abitazione, ospita un B&B e un atelier di scultura.

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Fonti:
– Navigli Lombardi
– Associazione Navigli Live http://www.naviglilive.it/LA_VERA_FORZA_DEI_NAVIGLI.html
– Scopri Rozzano www.scoprirozzano.it