La storia delle Cartiere Binda sul Naviglio Pavese
Le Cartiere Binda furono fondate da Ambrogio Binda, imprenditore milanese del XIX secolo. Nato nel 1811, nella seconda metà dell’800, dopo diverse esperienze in fabbriche, decide di dedicarsi alla produzione della carta, un materiale che all’epoca doveva essere in larga parte importato dall’Europa del Nord.
Per costruire la nuova fabbrica, Binda individua i terreni adiacenti alla Conca Fallata, sul Naviglio Pavese: il salto d’acqua di circa 5 metri fungerà da forza motrice per le sue macchine (l’impianto idraulico sarà trasformato in idroelettrico nei primi decenni del Novecento).

Lo stabilimento vede luce nel 1857 e i primi anni d’attività recano subito grandi successi. Quando nel 1874 Ambrogio Binda si spense, la cartiera riedificata a seguito di un incendio del 1871, aveva da tempo cominciato a fare utili.

Successivamente, la Cartiera Binda fu duramente colpita dalla grave crisi del settore cartaio che la condusse, nel 1985, alla fusione con le Cartiere De Medici, (fino ad allora controllata dalla famiglia Cirla, erede dei fondatori Binda), deliberando anche il cambiamento della propria denominazione in Cartiere Binda De Medici (diventata poi, nel 1989, l’attuale Cartiere Sottrici Binda)
La Cartiera continuerà a produrre fino al 1997, anno in cui le strategie di riconversione della nuova proprietà ne imporranno la chiusura.
Gli edifici oggi
Oggi il complesso della Cartiera Binda si trasforma in residenze, con un progetto che ne rispetta scrupolosamente l’impianto generale post-incendio del 1871, conservandone integro il sapore di archeologia industriale.

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