Turismo Fluviale, Turismo Rurale e Turismo di Prossimità: l’offerta turistica dei Navigli lombardi
Tempo totale di lettura: 8 minuti
Giovedì 15 aprile, io e l’associazione Riaprire i Navigli abbiamo organizzato un webinar intitolato “Navigli e turismo di prossimità“, incentrato proprio sullo stretto rapporto che possono avere i Navigli con il turismo.
Dall’incontro sono scaturite diverse riflessioni importanti, come il restauro delle conche, il ripristino della navigazione turistica ed il trasporto intermodale (bici + barca), oltre che la necessità di una maggiore promozione da parte delle autorità e l’installazione di servizi primari e accessori.

Turismo, Turisti ed escursionisti
Se mi segui su Facebook o sei un assiduo lettore del sito, allora ormai saprai quasi tutto sui Navigli, ma di turismo te ne intendi?
Se la risposta è no, non preoccuparti, proverò a darti un’infarinatura generale io!
Secondo l’OMT (Organizzazione Mondiale del Turismo), il Turismo è “l’insieme delle attività delle persone che effettuano uno spostamento o soggiornano al di fuori dell’abituale ambiente per almeno 24 ore e comunque per un periodo non superiore ad un anno” (2005-2007).
Quindi i Turisti sono “i viaggiatori che si allontanano dalla loro residenza abituale per un qualsiasi motivo e per un periodo di tempo limitato, che deve comprendere almeno un pernottamento.”
Invece, chi si allontana dalla propria residenza per un lasso di tempo inferiore alle 24 ore, quindi senza effettuare pernottamento, è denominato escursionista.
Gli Escursionisti sono infatti “coloro che compiono per un qualsiasi motivo trasferimenti giornalieri senza pernottamento“.
Le tipologie di turismo
Esistono inoltre molte tipologie di turismo (addirittura più di 30), te ne cito alcune:
- Interessate al “prodotto” turistico: Turismo culturale e artistico, religioso, naturalistico, enogastronomico...
- Legate al rispetto dell’ambiente: Turismo responsabile e turismo sostenibile.
- Incentrate sulla destinazione: Turismo lacustre, marittimo, montano, termale, rurale e fluviale.

Il turismo fluviale
Il turismo fluviale è definito da VNF (Voies Navigables de France) come “l’insieme delle attività di svago realizzate sul territorio fluviale (francese).
[…] Concerne l’insieme delle attività nautiche sotto le quali si comprendono tutte le forme di navigazione su fiumi, torrenti e canali a bordo di imbarcazioni individuali, private o in affitto, imbarcazioni per passeggeri, péniches-hotel, navi fluviali. Concerne anche le pratiche di nautica condotte lungo le rive come la pesca in barca, il canottaggio, la gita di un giorno con picnic, o anche sportive come la barca a remi, la canoa/kayak, la vela o lo sci nautico.
Consideriamo altresì facenti parte del turismo fluviale l’escursione a piedi o in bicicletta lungo le alzaie, la visita alle costruzioni fluviali (chiuse, tunnel, ascensori per battelli, ponti-canali) e più largamente tutte le attività di svago che traggono vantaggio dalla presenza della via d’acqua. Per la loro funzione, la loro atmosfera, il loro paesaggio […]” (Cfr. “Le tourisme fluviale”, Conseil National du Tourisme con la collaborazione di VFN, Parigi, 18/12/1997, pp 9-10).

Da questa definizione emerge come il turismo fluviale sia un settore caratterizzato prima di tutto dalla presenza della navigazione fluviale e quindi dall’utilizzo dei mezzi di navigazione lungo le vie d’acqua, e in secondo luogo dalla fruizione turistica dell’ambiente e del territorio adiacente la via d’acqua.
Inoltre, il turismo fluviale risulta così coerente con le nuove norme di turismo sostenibile, basate sulla valorizzazione del patrimonio naturale e culturale e caratterizzate dalla sostenibilità.
Il turismo fluviale propone infatti prodotti attinenti al turismo ambientale, culturale e all’ecoturismo, inoltre, per le sue caratteristiche, rientra a pieno titolo all’interno delle forme di svago che si svolgono in sintonia con l’ambiente circostante e che anzi richiedono un contesto naturalistico sufficientemente integro per permettere e garantire le diverse attività previste.
Turismo fluviale lungo i Navigli Lombardi
Il geografo Francesco Vallerani, nel libro “Il Turismo Fluviale in Italia” sostiene che le vie d’acqua milanesi e lombarde “non costituiscono solamente una pregiata dotazione naturale, ma sono al tempo stesso un irrinunciabile marchio territoriale che connota l’identità storica e culturale del territorio“.
E prosegue – “La via d’acqua offre un suggestivo accumularsi di scenari che esprimono il complesso interagire tra condizioni naturali e interventi umani, tanto da costituire in tutta la cultura occidentale uno dei più ricorrenti temi iconici rinvenibili nella pittura paesaggistica (Se interessato all’argomento consiglio la lettura di “I navigli di Milano. Viaggio pittorico” di Edo Bricchetti), attratti dal carattere pittoresco dell’acqua che lambisce il vario susseguirsi di quinte arboree, talvolta interrotte dalla sagoma elegante di una dimora rustica, o dalla sempre più rara presenza di un’imbarcazione tradizionale all’ormeggio, evocante il fascino di antiche consuetudini nautiche”.
All’inizio del ‘900, si assistette al declino dei fiumi e canali europei, che da vie di traffico commerciale e ambiente di pesca, sono diventate aree dismesse e dimenticate.
Tuttavia, in Europa (Gran Bretagna, Francia, Germania e ultimamente anche Spagna) i fiumi ed il connesso sistema di vie d’acqua per la navigazione interna, sono da oltre mezzo secolo al centro di un significativo impegno progettuale per la tutela, il restauro ed il riuso turistico e ricreativo.
Sistemi fluviali europei
Riporto un interessate dato riguardo i chilometri di vie d’acqua navigabili europee:
- Francia 8501 km
- Germania 7339km
- Paesi Bassi 5046 km
- Inghilterra 3219 km
- Belgio 1540 km
- Italia 1127 km (di cui 950km nel solo territorio Padano-Veneto, a cui vanno aggiunti i Navigli lombardi, la parte navigabili del fiume Ticino, dell’Adda e del Brenta).

Il Turismo rurale
Abbiamo ormai capito che valorizzare le vie d’acqua, come i Navigli, che solcano aree rurali e parchi regionali, può diventare un’importante risorsa per integrare l’offerta turistica lombarda.
Il turismo rurale viene definito dall’OMT come “tutti i tipi di turismo nei quali la motivazione fondamentale del turista è l’osservare e il godere della natura come delle tradizioni culturali proprie delle aree di interesse naturalistico”.
La componente paesaggistica del turismo rurale è definita come “elemento essenziale e caratterizzante del turismo rurale” e si articola in 3 componenti che configurano il prodotto paesaggio: “l’ambiente inteso nell’accezione naturalistica, la cultura intesa in senso ampio, dal patrimonio storico artistico a tutto ciò che esprime la peculiarità di un territorio, e l’accessibilità che consente di poter godere dell’ambiente locale diversificato dalla cultura locale” (Trevisan G. e Mauracher C., 2006).
Campiamo bene quindi che il turismo rurale “va a braccetto” con il turismo fluviale e, più nello specifico, con il turismo che si potrebbe e dovrebbe sviluppare lungo il nostro sistema Navigli.

Turismo di Prossimità ed Ecoturismo
In quest’ultimo particolare periodo di vita, segnato dalla pandemia Covid-19, moltissime persone hanno riscoperto il proprio territorio, questo grazie o a causa delle norme anti contagio che hanno imposto il divieto di spostamenti e assembramenti.
Si è dunque tornati ad apprezzare la natura, scoprire il proprio “intorno” e perdersi nella campagna “dietro casa”, un luogo finora mai “esplorato”.
In linguaggio più tecnico, possiamo chiamare queste attività come “turismo di prossimità“, che non ha una sua vera e propria definizione, ma che si può riassumere in una forma di turismo sostenibile, che rispetta l’ambiente e impone brevi spostamenti (vicino a casa infatti), di un giorno o un week end, ricordando un po’ le classiche gite fuori porta.
La riscoperta dei Navigli, per gli stessi milanesi, rientra a pieno titolo fra le attività di turismo di prossimità che mi sento di suggerire e sulle quali si dovrebbe maggiormente investire.
Un turismo di prossimità che insiste anche sulla componente fluviale, con le navigazione, la fruizione delle alzaie e la visita alle infrastrutture idrauliche (conche, ponti canali…) e rurale, attraverso la visita alle cascine e aziende agricole che si sviluppano in prossimità dei navigli e le passeggiate “in campagna”.
Leggendo le attività del turismo di prossimità, salta subito all’occhio un altra tipologia di turismo, ovvero l’ecoturismo.
“Viaggiare in maniera responsabile nell’ambiente, visitare aree naturali relativamente indisturbate al fine di godere, studiare e apprezzare la natura e ogni caratteristica culturale ad essa associata, in modo da promuoverne la tutela, da minimizzare l’impatto sull’ambiente e da fornire sostanziali benefici socioeconomici delle popolazioni locali”. (Rielaborazione della definizione di Hector Ceballos-Lascuràin, 1988).


Come creare una “Destinazione Navigli”
Che cos’è una destinazione?
“È un luogo geografico, all’interno del quale sono presenti una comunità locale e un patrimonio naturale e culturale; all’interno della comunità locale troviamo relazioni politiche, sociali e amministrative” – Paolo Ridella.
All’interno della destinazione turistica sono presenti diversi elementi:
- Attrazioni: elementi in grado di esercitare un interesse di tipo turistico;
- Attrattive: alberghi, ristoranti, divertimenti;
- Infrastrutture: costruzioni necessarie per la comunicazione e la mobilità realizzate (generalmente dal settore pubblico);
- Servizi ausiliari: resi fruibili dalle organizzazioni locali.
I Navigli, che godono già di una certa fama in campo internazionale, essendo ormai diventati una metà immancabile per chi visita Milano, hanno tutte queste caratteristiche, bisognerebbe “soltanto” dotarli di maggiori infrastrutture e servizi.
Infatti, oltre ad aumentare l’offerta ricettiva lungo il sistema navigli però, c’è bisogno anche di dotare Navigli e alzaie di servizi per la persona, attività e collegamenti con i maggiori snodi ferroviari e con le fermate di metro e bus.
Le ore pallacanestro
Secondo il geografo francese Jean Pierre Lozato Giotard, per fare in modo che un visitatore di una località si fermi anche a dormire è necessario riempire la sua giornata con almeno 6 ore “pallacanestro”, cioè sei ore effettive di visite, attività, incontri, senza quindi contare trasferimenti, tempo libero e attese.
Diventa perciò essenziale impostare una strategia e non improvvisare sulle scelte da compiere. In Lombardia è presente Explora, la DMO (Destination Management Organization) che coordina e promuove le attività dei diversi componenti dell’offerta turistica.

Marketing territoriale e turismo esperienziale
Per fare sistema è indispensabile che tutte le entità coinvolte identifichino obiettivi e interessi comuni, in particolare concordare la mission, il prodotto e le attività operative.
Dobbiamo innanzitutto focalizzarci sulla “materia prima” del territorio, identificare il target (nulla “va bene per tutti”), creare un immaginario collettivo e quindi un brand del territorio.
Inoltre, bisogna sempre tener presente che oggi non si devono più vendere luoghi, ma esperienze: visite tematiche, escursioni, percorsi enogastronomici…
Infatti, si parla sempre più spesso di turismo esperienziale, una tipologia di turismo dove il turista non è più un soggetto passivo, ma è parte dell’offerta stessa.
Il turista non più consumatore ma “ConsumAttore“, ovvero protagonista della storia, o meglio, dell’esperienza.
Diventa perciò importante focalizzare la strategia verso la sostenibilità, che, per citare le parole di Andrea Pollarini, indica “la fine dell’epoca distruttiva dell’industria turistica e l’avvio di una nuova stagione in cui gli interessi contingenti di un turista sempre più ansioso di interagire con “l’autentico” e gli interessi di medio-lungo periodo dei territori e delle comunità locali finiscono per convergere”.
Diversificazione dei prodotti per target e sviluppo di azioni mirate di marketing del turismo
Un altro importante strumento di crescita del turismo fluviale è quello della diversificazione dei prodotti per target, in modo da gestire le attività di promozione e di vendita molto più efficaci, perché mirata su specifiche esigenze degli utenti.
Parlando di offerta specifica, è sempre molto indicato lo sviluppo di un’offerta specifica per le scuole (turismo scolastico).
Infatti, le idrovie offrono la possibilità di sviluppare esperienze di apprendimento sia a livello storico culturale, che a livello “tecnico” o naturalistico (botanica, chimica, biologia, zoologia).
Un altro aspetto strategico, essenziale per lo sviluppo del turismo fluviale è lo sviluppo dei servizi connessi alla navigazione, poiché la mancanza di questi rende difficile la fruizione turistica della rete navigabile.
I servizi indispensabili da sviluppare sono, ad esempio, la presenza di meccanici e punti di rifornimento e ristoro.
Oltre che la presenza di un’offerta adeguata di servizi ricettivi e di intrattenimento, come B&B, affitto biciclette, chioschi, aree relax…

Cosa manca oggi al sistema Navigli
Dopo la parte teorica, in cui ho spiegato le varie tipologie di turismo a cui l’offerta dei Navigli si può rifare (Turismo Fluviale, Rurale, Naturalistico, Ecoturismo e di Prossimità), passiamo ora alla parte più concreta, in cui proverò a identificare cosa serve oggi al sistema navigli per diventare una vera e propria destinazione turistica.
Servizi e infrastrutture necessarie per la valorizzazione del sistema Navigli
Per quanto riguarda servizi primari e secondari riguardo l’offerta e le infrastrutture:
- Mancanza di servizi accessori (fontanelle, panchine, rastrelliere, tavoli per pic-nic, cestini…);
- Mancanza di illuminazione (dal tramonto le alzaie diventano impercorribili);
- Mancanza di servizi ricettivi (B&B, Hotel, Bike-Hotel …);
- Mancanza di servizi ristorativi (chioschi, bar, ristoranti, ambulanti mobili regolamentati…);
- Mancanza di servizi di emergenza (defibrillatori, punti di primo soccorso, ciclo officine, colonnine per e-bike…);
- Mancanza di una cartellonistica informativa adeguata e coerente (in bi-lingue);
- Mancanza di servizi turistici (info point, punti parco, affitto biciclette/monopattini…);
- Mancanza di bagni pubblici e punti di sosta.
Per quanto riguarda la gestione e promozione invece:
- Mancanza di una “polizia idraulica” che vigili e controlli l’utilizzo dei canali e delle alzaie, nel rispetto del regolamento (vedi pescatori abusivi, ciclisti, vandali…);
- Mancanza di una adeguata pulizia e manutenzione dei canali e delle loro alzaie;
- Mancanza di un Brand (ad esempio “I Navigli Lombardi”) che aumenti l’appeal dei Navigli;
- Mancanza di informazioni chiare e accessibili riguardo le regole sulla libera navigazione in barca e canoa/kayak e utilizzo pontili e ormeggi;
- Mancanza di accessibilità (intesa come raggiungimento con mezzi pubblici);
- Mancanza di navigazione turistica adeguata (soprattutto fuori Milano);
- Mancanza di sinergie tra settore pubblico e privato;
- Mancanza di supporto strategico per gli operatori del turismo (della zona).
- Mancanza di una promozione integrata e coordinata sul territorio: Incapacità nel veicolare eventi sagre e attività che si svolgono nei vari comuni e consentirebbero di destagionalizzare l’offerta turistica e decongestionare Milano.
Da ultimo, ritengo che la creazione di un’Agenzia per lo sviluppo delle idrovie e della promozione del turismo fluviale ne favorirebbe molto la crescita e la valorizzazione dei nostri Navigli e del sistema fluviale Italiano.

Fonti
– “Il Turismo Fluviale in Italia“, GAL Venezia Orientale, Centro Itard – CONII, 2008
– “Le Conche. Per la navigabilità dei navigli lombardi“, Ass. Riaprire i Navigli, 2021
– “Tourist Experience Design“, A. Rossi, M. Goetz, 2013.
Leggi anche:
Una risposta a “Come rendere i Navigli una vera destinazione turistica”