Tartarughe e coralli nei Navigli

Quarantena a Milano: tornano le tartarughe scivolatrici ed i coralli nei Navigli in città.

Con i milanesi costretti a rimanere in casa per via del coronavirus, la natura a Milano si sta riprendendo i suoi spazi.

Le acque dei Navigli, infatti, non si sono mai viste così pulite!

Sono tornate le tartarughe scivolatrici (Trachemys Agassiz, 1857) scomparse dai nostri canali da più di 200 anni e sono cresciuti coloratissimi coralli fluviali e bellissime piante acquatiche e idrofite, tipiche dei Navigli lombardi .

L’insegnamento

Quando tutto questo sarà finito, non gettiamo al vento tutto ciò che abbiamo “guadagnato” in termini di miglioramenti dell’inquinamento atmosferico e ambientale (gestione rifiuti in primis). Leggi tutto

Conca fallata: riparte la centrale idroelettrica

12 anni fa era stato inaugurato l’impianto idroelettrico della società A2A, costato 2,5 milioni di euro, ma che da lì a poco si sarebbe fermato a causa della troppa quantità di alghe non filtrate e smaltite.

Oggi, la centrale idroelettrica è pronta a ripartire, grazie ad il nuovo progetto di A2A da 700 mila euro.

Impianto idroelettrico A2A

Il progetto prevedeva di sfruttare il salto d’acqua di 4,8 metri lungo il corso del Naviglio Pavese e produrre energia (due milioni di kilowattora annui) per illuminare circa 500 case del quartiere (situate in via Boifava, nel quartiere Chiesa Rossa), o 20 km di strada compresa tra Milano e Pavia.

Tuttavia, non tutto è stato perduto: in questi giorni si stanno svolgendo i lavori per la riqualificazione della centrale idroelettrica, che dovrebbero terminare entro l’estate del 2018, quando l’impianto sarà nuovamente in grado di produrre energia rinnovabile.

Il progetto di A2A comprende anche il ripristino della pavimentazione dell’alveo, la verniciatura della sala manovre e la demolizione delle apparecchiature non più necessarie al funzionamento dell’impianto.

Un po’ di storia…

  • La Conca fallata si chiama così perché, a seguito della morte del Conte De Fuentes, promotore della ripresa dei lavori del canale, avvenuta nel 1610, la corona spagnola emanò un decreto con l’ordine di abbandonare definitivamente tutti i lavori in sospeso sul canale, così il tratto di naviglio già scavato venne destinato al solo uso irriguo, e si incominciò a chiamarlo “Naviglio Fallato”, ovvero sbagliato, e così anche la sua unica conca (all’epoca Conchetta non esisteva ancora) acquisì la medesima denominazione: la “Conca Fallata”, nome ancora oggi in vigore.
  • La società delle Cartiera Binda, fondata da Ambrogio Binda, imprenditore milanese del XIX secolo, fu la prima a sfruttare  nel 1857 l’energia prodotta dal salto d’acqua della conca, che fungerà così da forza motrice per le macchine  della cartiera (l’impianto idraulico sarà trasformato in idroelettrico nei primi decenni del Novecento).
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    Tramonto meraviglioso: ecco spiegato il motivo.

    Ieri sera tutti gli italiani hanno potuto ammirare il primo tramonto dell’ora solare: dune di fuoco e scie magenta.
    Il tramonto che ieri ha dipinto il cielo italiano ha inevitabilmente tenuto tutti con il naso all’insù, causando il sovraffollamento di scatti e selfie postati sulle varie pagine social.

    I Milanesi hanno dunque sfruttato l’effetto specchio che si è creato sulle acque dei nostri canali, i Navigli, scattando pazzesche fotografie postate subito in rete.

    Tramonto in Darsena.       Fotografia di Simone Lunghi

    Moltissimi milanesi hanno creduto che questi meravigliosi colori siano stati generati dall’inquinamento atmosferico che attanaglia il capoluogo lombardo, ma il professor Maurizio Maugeri, fisico dell’atmosfera dell’Università di Milano, ha smentito questa ipotesi: «No, erano nubi troppo alte che stazionavano verso il limite della stratosfera e l’inquinamento in questo caso non è la causa del loro effetto spettacolare».

    Maugeri quindi spiega il motivo di questo tramonto così particolare: «i è creata una condizione particolare dovuta alla diffusione del vapore acqueo, per cui la luce del sole al tramonto, attraversando i cristallini, produceva colori e disegni straordinari simili alle nubi lenticolari, che però, in genere, si presentano separate».

    Scartata dunque l’ipotesi dell’inquinamento, poiché: «L’inquinamento agisce a livelli più bassi, e poi negli ultimi giorni una ventilazione discreta sulla Val Padana ha abbassato i livelli inquinanti, quindi non può generare conseguenze simili».

    Tramonto presso il Panperduto (VA). Fotografia dalla pagina facebook del Panperduto

    Referendum 5: ripristino della Darsena e riapertura dei Navigli

    Il Corriere della Sera. 07 giugno 2011
    Milano-referendum 5: ripristino della Darsena e riapertura dei Navigli

    «Volete voi che il Comune di Milano provveda alla risistemazione della Darsena quale porto della città ed area ecologica e proceda gradualmente alla riattivazione idraulica e paesaggistica del sistema dei Navigli milanesi sulla base di uno specifico percorso progettuale di fattibilità?»

    «Per l’intervento è prevista una spesa massima aggiuntiva pari a 10 milioni di euro all’anno per un triennio da inserire con apposita variazione di bilancio o comunque nel primo bilancio utile, che sarà coperta mediante la parziale dismissione del patrimonio immobiliare comunale tramite lo strumento dei fondi immobiliari già avviato, escludendo gli immobili di pregio storico-monumentale».

    LE RAGIONI DEI «SÌ»

    Vota sì chi vuole che il Comune si impegni nel ripristino della Darsena anche come area ecologica e si riattivi gradualmente il sistema dei Navigli sotto il profilo idraulico e paesaggistico.

    Se vince il sì

    La prima parte del quesito riguarda appunto la Darsena. L’idea, del comitato promotore, è quella di trasformarla in un porto turistico per valorizzare l’idrovia Locarno-Milano-Venezia, «tra le più belle del mondo», spiega Empio Malara dell’Associazione Amici dei Navigli. I lavori per la tratta sono partiti nel 1998 e stanno per essere ultimati. «In quasi tutti i Paesi europei stanno realizzando canali turistici. È successo a Parigi con il Saint-Martin, a Londra con il Regent’s». Insomma, secondo l’associazione questa è un’opportunità di cui potrebbe usufruire tutta la città, senza interventi invasivi. Al contrario, la riapertura dei Navigli è un’operazione più complessa. «Bisogna prima risolvere il problema del traffico. Poi si può pensare di riportare alla luce l’acqua della Cerchia dei Navigli», continua Malara. Ma un primo passo può essere compiuto con il progetto dell’associazione, già approvato dal Comune. E ha come obiettivo il restauro della Conca di Viarenna, la riapertura del bacino antistante e riconnessione della Conca alla Darsena. Un intervento che costa oltre 8 milioni di euro. «Questo è stato l’ultimo tratto a essere coperto. E potrebbe essere il primo a rivedere la luce».

    LE RAGIONI DEI «NO»

    Non c’è alcun impegno per il Comune a realizzare le opere oggetto del referendum.

    Se vince il no

    Il progetto per la riapertura di una parte del Naviglio, portato avanti dall’Associazione Amici dei Navigli, potrebbe essere messo da parte. E la riqualificazione della Darsena, ora in stallo a causa della battaglia legale sul parcheggio, andrebbe avanti.”

     

    Analisi esplorativa dei dati del referendum per il progetto di riapertura dei Navigli del Prof. P. Inghilleri e della Dr. E. Riva del GRuPSA (Gruppo di Ricerca in  Psicologia Sociale e Ambientale – dell’Università Statale)

    “Il referendum sulla riapertura del sistema navigli ha avuto in media 94,3% di pareri affermativi. Con tale range di risultati non è quindi possibile dare alle variazioni di voto per le diverse aree cittadine un peso oggettivo, ma si possono solo considerare tali variazioni come indicatori di massima. Fatto salvo quanto fin ora esposto, e le dovute precauzioni che ne conseguono, è necessario constatare che circa la metà dei cittadini milanesi si sono espressi positivamente nei confronti della ristrutturazione e della valorizzazione dell’area dei navigli (anche se nel quesito non era resa evidente l’intenzione di effettiva riapertura). In particolare, si sono espressi maggiormente e favore i cittadini di zona 6 (che contiene la darsena – sì 94,9%), e meno favorevolmente quelli di zona 1 (complessivamente la più toccata dalla cerchia – sì 93,4% – no 6.6%). Le altre due aree interessate, zona 2 e zona 9, sono, subito dopo zona 1, quelle con voto meno favorevole (no 6% e 5,9%).

    Approfondendo l’analisi esplorativa abbiamo selezionato alcune sedi di seggio (sommando i seggi presenti allo stesso civico) nelle 4 zone interessate, e abbiamo differenziato tra sedi di seggio in area coinvolta dal processo di sistemazione/rivalutazione dei navigli e sedi di seggio in area non coinvolta.

    In zona 6 i seggi rappresentativi per l’area navigli/darsena raggiungono la quota di 96,3%, superando di 2 punti percentuali i seggi rappresentativi dell’area non-navigli. In zona 1 i seggi rappresentativi per l’area navigli/darsena superano di 1,5 punti percentuali i seggi rappresentativi dell’area non-navigli. Nelle zone 2 e 9, infine, i seggi rappresentativi per l’area navigli/darsena superano di 1 punto percentuale i seggi rappresentativi dell’area non-navigli. Le differenze continuano a non essere statisticamente significative, ma mostrano una tendenza dei cittadini votanti delle aree coinvolte dalla cerchia dei navigli ad un maggiore coinvolgimento sul tema della riqualificazione della cerchia dei navigli.” Tutti indizi che meritano un serio approfondimento.

     

    Fonti:
    – http://www.mumi-ecomuseo.it/content/view/30
    – http://www.corriere.it/politica/speciali/2011/referendum/notizie/milano-referendum-5_3ab8a59e-9119-11e0-9c7b-81ce3178052c.shtml

     

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